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La rosa bianca. Sophie Scholl

Regia di Marc Rothemund vedi scheda film

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La recensione su La rosa bianca. Sophie Scholl

di Baliverna
8 stelle

Dura quasi due ore, ed è fatto in gran parte da interrogatori e processi in spazi limitati, eppure è un film che incatena alla poltrona e che coinvolge intensamente. Visto l'argomento, il rischio di cadere nella retorica o nello scontato era molto concreto, ma il regista lo evita brillantemente. Lo stesso per la tentazione al didascalismo. Gli interrogatori della giovane e imperterrita Sophie sono realistici e non banali, e le ragioni che ella mette in campo sono quei concetti e quella sapienza a cui è impossibile resistere, come è avvenuto per molti martiri cristiani. Ben presto l'interrogatorio d'ufficio verso un'accusata di sedizione si trasforma in una sfida sul piano personale tra Sophie e il commissario, che vede perdente il secondo. Questi si rende conto a poco a poco che le sue ragioni, che sono carta carbone con quelle del codice penale dello stato nazista, si sgretolano e si frantumano davanti alla forza della verità. Il momento in cui lei lo mette con le spalle al muro è forse quando gli dice che tra il codice e l'azione c'è la sua coscienza, che egli dovrebbe seguire. Il suo sguardo silenzioso, che poi si abbassa, quando Sophie è nel corridoio della morte rivela che si rende ben conto di aver fatto una carognata. Ma anche tra questa intuizione e l'azione che dovrebbe seguire c'è di mezzo il mare. Sophie, ottimamente interpretata da Julia Jentsch, è anche un bellissimo esempio di donna: forte, coerente, coraggiosa, altruista, e con un gran senso della verità e della coscienza.
Un altro personaggio che colpisce per viltà è l'avvocato d'ufficio al processo. E' ostile verso gli accusati quasi più del procuratore, e poi è così ruffiano e preoccupato di compiacere la gerarchia nazista che non ha il coraggio di dire in loro difesa neppure una parola.
E' un film scarno ed essenziale, che non cede alla tentazione del facile spettacolo e del compiacere il pubblico con facili artifici, ma guarda tutto alla sostanza e al significato di quello che rappresenta. E' anche una pellicola sincera e appassionata. Un'immagine che mi è piaciuta molto è quella del sole visto da dentro la cella, e una che mi ha fatto venire i brividi è quella della ghigliottina, con suo arido suono.

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