Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
E'un peccato davvero che un cineasta abile nel realizzare grandi successi senza mai svendersi ,anche quando abbia fatto film sbagliati o meno riusciti,lavori oggi così poco:Sidney Pollack non lavorava come regista da ben sei anni,dal non riuscito "Destini incrociati",e torna con un thriller dalle implicazioni politiche ,con particolare attenzione alla resa delle psicologie dei personaggi principali.Ha scelto due interpreti di valore come Nicole Kidman e Sean Penn,ha girato,primo in assoluto nell'ambientazione tabù del Palazzo delle Nazioni Unite,ed è tornato a un successo di un certo livello.Scandito come un thriller di venticinque-trenta anni fa(è una tendenza destinata a espandersi,vedi gli annunci di un ritorno al classico del prossimo James Bond),e cioè prendendosi il tempo necessario per definire le situazioni,e lasciar montare la tensione con concessioni non eccessive alla scena d'effetto spettacolare,"The interpreter" ha un plot verosimile e avvincente,che nei momenti in cui dà il via alle sequenze più concitate lo fa somigliando a un giallo d'azione di alta scuola.C'è,forse,nel prefinale,una dilatazione eccessiva del momento-chiave:ma il lavoro di adesione ai ruoli di Kidman e Penn,molto intensi e "umani" nel dar corpo alle inquietudini dei loro personaggi aumenta la caratura del film.E,come sempre in Pollack,valgono tanto quei momenti veramente toccanti di esseri umani colpiti dalla stanchezza causata dal grado di dolore che si portano dentro,e si lasciano andare a un'inconsulta,non cercata,preoccupata e perplessa tenerezza.
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