Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film
Un film che è uno spaccato del clima degli anni di piombo, con una valido Manfredi nella parte di un modesto impiegato che diventa una sorta di giustiziere della notte, ma che non convince del tutto per un eccesso di paradossi che snatura buona parte della vicenda
Per ricordare il grande Giuliano Montaldo, a pochi giorni dalla sua scomparsa, oltre che alla valida scelta di mandare in onda l'interessante documentario "Vera e Giuliano" del 2020, forse la Rai avrebbe fatto miglior servizio nel riproporre "Sacco e Vanzetti", ma comunque "Il giocattolo" rimane un'interessante pellicola soprattutto se inquadrata nel clima di fine anni '70, quando terrorismo e criminalità avevano portato ad un proliferare dei porto d'armi. Il modesto ragioniere interpretato da un valido Nino Manfredi (che del film è stato anche co-sceneggiatore) è cosi' quasi naturalmente indotto ad armarsi dopo aver vissuto in prima persona svariati tentativi di rapina ed aggressioni (ed è qui forse che il film si dimostra più debole, rendendo più paradossale che drammatica la sequela di "sfiga" che il protagonista attraversa nelle sue vicende quotidiane). Grazie anche a notevoli capacità di mira, diventa così una sorta di giustiziere della notte, finendo però stritolato dal suo stesso personaggio. Un film a suo modo anomalo a cui comunque vale la pena dare un'occhiata anche solo per immergersi nel clima particolare degli anni di piombo.
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