Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film
Un noir costruito seguendo gli schemi di Elio Petri e Mario Monicelli: interessante nella prima parte, ma retorico ed inconcludente nella seconda
Un contabile dall'animo mite conduce una vita senza gioie né dolori fino quando non conosce un poliziotto di nome Sandro. Questi gli insegna ad usare la pistola e l'uomo scopre di avere talento e una mira precisa. Un giorno però, il nuovo amico viene ammazzato e l'unica soluzione alla perdita, sembra essere la vendetta.
Giuliano Montaldo sembra voler seguire la strada spianata da "Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Elio Petri e "Un borghese piccolo piccolo" di Mario Monicelli, con l'intento specifico di aprire un dibattito sull'invivibilità quotidiana. Quello che ne viene fuori, però, non riesce per nulla a raggiungere né tantomeno eguagliare la spinta visiva dei modelli di riferimento. Riusciti il ritratto del clima turbolento e l'interpretazione versatile di Nino Manfredi, ma il dibattito morale su "giustizia privata: giusta o sbagliata?" risulta non essere tanto credibile e non di rado anche la vena poliziesca della vicenda cade nella retorica e nel già visto
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