Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
una commedia sexy riuscita a metà. il taglio è molto scanzonato ed allegro, complice un Montagnani frizzante e una Annamaria Rizzoli in pieno fulgore, alla sua settima apparizione al cinema (prima ancora della sua partecipazione a pellicole più famose come quelle con Banfi). La Rizzoli è spigliata, si denuda il giusto ed è sicuramente più disinvolta nella recitazione delle sue epigoni del genere (immortali gli sguardi persi nel vuoto a sorriso pieno di Nadia Cassini...). La trama non è il solito caciucco di professoresse pruriginose o liceali scosciate ma ha il merito di concentrarsi sulle dinamiche della censura in Italia, vera e propria mietitrebbia che ha falcidiato interi km di pellicole, spesso snaturandone il senso. La figura di Montagnani, amabilmente recitante in piemontese (la sua lingua natìa, è bene non dimenticarsene) rappresenta bene il ruolo del pretore-censore, inflessibile ma segretamente conturbato (verrà poi ripreso dal primo Rimini Rimini con la bataille tra Villaggio e il gatto di Serena Grandi). Tuttavia non è un film pienamente sufficiente: la figura del travestito Cerusico non ha forza, nè ha credibilità come drag-queen (al contrario ad esempio di Massimo Bellinzoni in Nottataccia, 1992). Nè è credibile che il pretore Montagnani se ne innamori perdutamente verso la fine del film. La seconda parte del film infatti precipita in un turbinio di baggianate tanto per chiudere la storia, strizzando un pò l'occhio al sempiterno A qualcuno piace caldo. Altro punto debole sono molte battute di serie Z sparse a coriandolo qua e là nel film (roba stile i Pierini apocrifi tanto per capirsi). Maccione fa il suo dovere ma è sottoutilizzato, Lovelock seppur da protagonista è impalbabile (molto meglio Andronico come filmmaker scollacciato). Peccato, perchè Lenzi poteva chiudere un film molto su di tono. Voto 6 meno.
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