Regia di Sergio Citti vedi scheda film
Aedi di una romanità gentile sparita nel tempo, Peppe Dorè (Philippe Noiret) e Pippo Mifà (Vittorio Gassman) sono i dioscuri di un'amicizia assoluta, che li porta a condividere la stessa donna e poi lo stesso figlio. Ma quest'ultimo, una volta cresciuto, sarà l'effige più manifesta di un irreversibile cambiamento dei tempi, ai quali - per non soccombere - si può rispondere solo con una risata suicida.
Favola allegorica, malinconica e nostalgica degli anni Cinquanta su una Roma brutalizzata non soltanto dal catrame e dal cemento, ma anche dalla progressiva depauperizzazione dello spirito dei suoi abitanti, sempre meno disposti alla risata e sempre più imbarbariti da un grigiore panico. Dopo Casotto, Citti dà l'ennesima prova del suo talento visionario e iconoclasta, capace di virtuosismi registici come di bizzarrie narrative e trovate spiazzanti. Ormai affrancatosi dall'influenza della dottrina pasoliniana, Citti rimane uno dei più innovativi e meno celebrati registi del panorama italiano dell'ultimo quarto di Novecento.
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