Regia di Sergio Citti vedi scheda film
Due pezzi di pane sono Pippo e Peppe, nomi di eccelsa fantasia, protagonisti di questo film scritto (con Giulio Paradisi) e diretto dal pupillo di Pasolini Sergio Citti; l'intenzione di raccontare con struggente nostalgia di una Roma ormai sepolta, fatta di osterie, stornelli e candidi personaggi come quelli di questo film, è però fin troppo ingenuamente artificiosa. Atmosfere eccessivamente costruite permeano la struttura narrativa di questa pellicola, dialoghi spesso inconsistenti e situazioni fiabesche prive di particolare originalità costituiscono la gran parte della storia; e non bastano a rendere sufficiente il risultato finale neppure i tre ottimi interpreti cui vengono assegnati i ruoli principali: Philippe Noiret, Vittorio Gassman e Luigi (Gigi) Proietti. Le intenzioni sono fin troppo scopertamente svelate nella prima parte del film, nella prima mezzora soprattutto, durante la quale per l'insistenza dei passaggi musicali e cantati sembra di assistere a un musical; nulla di male se poi si continuasse su questo versante, ma così non sarà. A un certo punto la musica lascia il passo al dramma ed è proprio qui che Due pezzi di pane (modo di dire per indicare persone semplici, ma anche chiara evocazione di una miseria materiale - alimentare - qui soffocata da una presupposta ricchezza spirituale) perde di interesse. Vorrebbe essere uno spaccato poetico-umanistico pasoliniano di una Roma del passato prossimo, ma le ambizioni riescono concretamente solo in parte e per lo più ci si affida alla prestanza degli attori principali. 5/10.
Una donna muore lasciando il suo neonato a due amici cantastorie, che ignoravano di frequentarla entrambi e non sanno quindi chi sia il vero padre del bimbo. Lo crescono comunque amorevolmente, trasportandolo nel loro mondo di melodiosa fantasia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta