Regia di Edgar Wright vedi scheda film
Siamo tutti Zombies, facciamo sempre le stesse cose e cioè ci svegliamo (e per alcuni minuti lo siamo realmente), ci laviamo, facciamo colazione, andiamo al lavoro, mangiamo, torniamo a casa e guardiamo (sempre) i soliti programmi; siamo insomma vittime delle necessità fisiche e della routine più esasperata. Su queste basi romeriane si sviluppa questa variante umoristica inglese al personaggio horror più amato dalla filmografia moderna, mostrandoci le (dis)avventure di un commesso di un negozio di elettronica e del suo sfaccendato amico per la pelle, le cui uniche aspirazioni sono quelle di “svaccarsi” sul divano per giocare con la Playstation e di tracannare birre al loro pub preferito, il Winchester. L’ambientazione inglese, angusta e trasudante squallore, è congeniale alla dissacratoria analisi della “English Way of Life” messa simpaticamente alla gogna; la regia è notevole, soprattutto nel lungo “incipit” ove lascia subentrare particolari horrorifici (propedeutici all’evolversi della vicenda) tenendoli sempre in posizione periferica, a margine dell’inquadratura principale, aumentando l’effetto grottesco (la sequenza nella quale Shaun compie il suo solito tragitto mattutino verso il negozio di alimentari, non accorgendosi di ciò che gli succede intorno, è geniale). La sceneggiatura è scoppiettante seppur minimale e alcune trovate sono estremamente divertenti e dissacratorie (la splendida sequenza "coreografica" all’interno del Winchester sulle note di “Don’t Stop Me Now” dei Queen), rafforzando la convinzione che si, siamo tutti Zombies: qual è infatti la differenza tra un gruppo di spettatori urlanti ad un concerto (o allo stadio) e una massa di Zombies famelici a braccia protese per saziare la loro atavica fame ? Probabilmente nessuna. Ottimi, in conclusione, gli interpreti, soprattutto il protagonista Simon Pegg con la sua mimica da film muto.
Parodistica.
Borghese.
Dissacratoria.
Perfetto.
Brava.
Un valido epigono di John Belushi.
Simpatica.
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