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L'alba dei morti dementi

Regia di Edgar Wright vedi scheda film

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La recensione su L'alba dei morti dementi

di leporello
7 stelle

   Volendo essere benevoli, lo si potrebbe leggere/vedere come una moderna fiaba., certo un po’ cruenta, ma i tempi moderni lo sono.
Le stupidaggini narrative sono copiose, ma appunto, tramutato in fiaba, si dissolvono in una narrazione alla fine anche piuttosto divertente.

 

   Si può provare così:

- Hesher è un Mago Merlino un po’ stronzo, ma alla fine saprà spiegarci a che cosa è dovuta la sua stronzaggine, e almeno la metà maschile dell’universo cinema saprà essergli un po’ solidale;

- la cassiera/Portman è una fata turchina senza poteri, un po’ (anche molto) sfigata, che deve, prima ancora che fare del bene, capire che qualcuno vuole volerle bene;

- TJ è un pinocchietto timido e infelice. Anche il bimbo che lo impersona è timido e infelice (anche piuttosto imbranato), e questo certo non fa prendere punti al film, anche perché ne è il protagonista;

- la famiglia di TJ è composta da. 1) la mamma morta, che vive ancora tra i rottami di un’automobile incidentata e che non può partecipare più di tanto alla sceneggiatura, se non in spirito o in qualche fotogramma nel sub finale che, detto sinceramente, si sarebbe potuto non girare; 2a) il babbo inetto e depresso che non troverà mai (neanche nella scena finale, resa e proposta con una ridondanza che è troppa per una favola, giusta per un filmetto da niente, poco per un film che abbia qualche pretesa) una collocazione adeguata, se non in un contesto di fantasia in cui certi ingranaggi debbono girare per forza a vuoto. 2b) La nonna di TJ che credo sia il fulcro narrativo occulto, attorno al quale ruotano inconsapevolmente tutti destini e tutte le intenzioni, buone, cattive, assurde, naturalmente morte compresa.

 

  Vorrei però fare un plauso a chi ha concepito il personaggio di Hesher: le sfaccettature sono molte, sono alcune antipatiche, alcune divertenti, alcune grottesche, alcune esagerate (le migliori: la scena della sfacelo nella piscina “dello zio” va vista almeno due volte…), come esagerato e folle è tutto il suo essere, e anche a chi ha voluto affidarne il ruolo a J.G. Levitt Packard Bell (sic…) che da buon attore del nulla contribuisce con molto merito a far restare nel corretto ambito immaginifico questa storiella che reputo gradevole al di là di igni logica e di ogni ragionevole intenzione.

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