Regia di John Gilling vedi scheda film
TFF 37 - SI PUO' FARE
Nella Cornovaglia del XIX secolo, una malattia misteriosa stermina ad uno ad uno gli abitanti di un villaggio sito nei pressi di una magione nobiliare abitata da un misterioso nobiluomo, circondato da alcuni compari dediti alla caccia che assumono comportamenti scellerati ed inopportuni nei confronti della popolazione limitrofa.
Il giovane medico del luogo chiede aiuto al suo anziano professore universitario, che, preoccupato dalla situazione e sollecitato dalla figlia, desiderosa di incontrare in quel luogo una vecchia amica d'infanzia, organizza una visita in loco assieme alla ragazza.
Le morti continueranno a verificarsi ed in modo sempre più sconcertante, e la incredibile verità dovrà ricercarsi addentro a strani rituali che il già citato nobile del luogo, Lord Hamilton, risulterà aver appreso a seguito di un suo viaggio ad Haiti, e derivante da pratiche voodoo qui cinicamente ripetute sui corpi dei morti per riportarli in vita ed utilizzarli come schiavi.
In tal senso il film, pur restando un'operazione commerciale di puro genere, affronta a suo modo tematiche politico sociali che rimangono collaterali, ma aiutano a dare uno spessore non preventivato alla piccola produzione.
Piccolo gioiello della Hammer che precede di poco più di un anno il ben più celebre ed ormai ufficiale capostipite del genere "zombesco" a cura di George A. Romero (La notte dei morti viventi, del 1968), diretto con un conciso ma tattico e tenace stile e ritmo di racconto dall'esperto John Gilling (autore quello stesso anno pure de La morte arriva strisciando), La lunga notte dell'orrore funziona sia a livello di tensione, sia di ricostruzione di scene madri, come l'apparizione degli zombie alla figlia dell'anziano medico nei pressi della cava apparentemente abbandonata.
Il dialogo dà luogo a diversi comportamenti da parte dei protagonisti davvero incongrui o poco plausibili, ma la circostanza rafforza la simpatia nei confronti di un horror girato con pochi mezzi, ma grande professionalità ed interpretato da un casto di attori poco noti, ma assai efficaci.
Efficace e spaventoso il make up che riesce a rendere assai torvo e cupo l'aspetto dei non morti, qui rappresentati in modo assai più efficace ed impressionante che in altre numerose e ben più recenti, se non contemporanee produzioni della folta antologia inerente i non morti.
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