Regia di Paolo Heusch vedi scheda film
IL PRIMO FILM DI FANTASCIENZA ITALIANO
Da una base spaziale Onu, alcuni scienziati si apprestano ad ultimare i calcoli che dovrebbero assicurare il buon fine della prima missione spaziale con presenza umana, in grado di circumnavigare l'orbita lunare. L'astronauta prescelto per la missione è l'americano John Mac Laren, che si è trasferito ormai da mesi, assieme a moglie e figlioletto, nei pressi della zona desertica ove vengono condotti i preparativi, ove è sempre impegnato per il buon esito dell'ambizioso progetto, trascurando un po' la famiglia.
La missione ha inizio con un decollo fragoroso, e tutto sembra andare per il meglio, almeno fino a che il missile, oltrepassata la cortina lunare, si dirige verso alcuni asteroidi posizionati tra Marte e Giove. Il pilota fa appena in tempo a catapultarsi fuori dal missile, prima che questo entri in collisione con quelle grosse rocce vaganti, provocando una deviazione delle loro orbite, e per questo condannate a schiantarsi sul pianeta Terra, provocando un vero e proprio cataclisma.
Recuperato il pilota, il gruppo di scienziati si impegna a far sì che il contatto con la superficie terrestre da parte dei meteoriti, prevista entro pochi giorni, possa essere deviata.
Sarà grazie ad un contributo globale delle due superpotenze rivali, alleate per l'occasione, a scongiurare la tenuta collisione grazie al ricorso all'arma atomica, per una volta utilizzata a fini di convenienza collettiva e per la salvaguardia del pianeta.
L'esordio in regia dello sceneggiatore Paolo Heusch, già assistente di regia in oltre venti pellicole, avviene con quello che è ufficialmente considerato come il primo film di fantascienza prodotto in Italia.
La morte viene dallo spazio, datato 1958, è uno di quei film a cui è impossibile voler male, e non solo per questa sua curiosa qualità di capostipite.
Sceneggiato da Alessandro Continenza, il piccolo film dal budget assai limitato, è costretto a ricorrere ad immagini di repertorio e a raccontare alcuni eventi difficilmente trasponibili in immagini senza un budget di un certo livello.
Per questo lo script resta legato agli attori e si rispettivi personaggi, e si trova costretto a sorvolare su dettagli tecnici che non siano gli effetti speciali, a cura di un giovane Mario Bava, che appare citato con lo pseudonimo di Mario Baja.
Il cast internazionale non può permettersi star di richiamo, ma ognuno degli attori coinvolti (dal protagonista Paul Hubshmid, a Madeleine Fisher ai nostri Fiorella Mari e Ivo Garrani) appaiono accettabili e consoni.
La trama lascia trapelare una crisi familiare in corso a causa del troppo tempo dedicato dal capofamiglia al proprio pericolo lavoro, fino ad un happy end finale che salva famiglia e tutto il creato in un solo colpo.
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