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Ginger e Fred

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ginger e Fred

di yume
8 stelle

“ Ed ecco a voi “, uno di quei contenitori di cui l’italica stupidità cominciò in quegli anni a godere e la televisione ad andar fiera, è lo spettacolo in cui Ginger e Fred faranno rivivere, un po' tristemente, il loro passato.

La vera Ginger Rogers citò in giudizio i produttori del film per defamation of character. Fred Astaire non partecipò alla sgradevole vicenda e alla fine Ginger e Fredvinse la causa.

Triste coda per un film tristissimo, incomprensibile la reazione dell’attrice, un grammo di intelligenza in più le avrebbe suggerito di gioire nel confronto con l’imitazione, non serviva neppure essere capaci di ironia, bastava solo capire che una simile copia dell’originale non poteva che esaltare l’originale stesso, segnando la distanza siderale dal mondo sfavillante di Hollywood.

Con buona pace di miss Rogers, Ginger e Fred vive ancora di luce propria, forse più degli svolazzi della celebre coppia americana.

Era il 1986, Masina e Mastroianni recitarono in uno dei loro ruoli migliori, entrambi arrivati con Fellini in quella fase della vita in cui si guardano le cose un po’a distanza.

Tempo dieci anni, anche meno, e li avremmo perduti.

Tre grandi artisti che hanno fatto il cinema e costruito affreschi memorabili dell’Italia, con questo film ne forniscono un altro, l’ultimo, e non è il più edificante.

Un film di copie di personaggi celebri, uomini e donne raccolti un po’ ovunque per sfilare, dietro compenso non certo lauto ma per molti necessario, in una trasmissione televisiva natalizia dal titolo “ Ed ecco a voi “, uno di quei contenitori di cui l’italica stupidità cominciò in quegli anni a godere e la televisione ad andar fiera. Lo share, in crescita esponenziale, dava ragione agli autori, e programmi demenziali manovrati da rapaci produttori intenti alla lobotomizzazione di massa fiorirono. Quel modello di televisione si riprodusse poi per clonazione in un processo inarrestabile arrivato fino a noi.

scena

Ginger e Fred (1986): scena

Fellini come sempre previde, mise le mani nel bubbone e ne trasse caricature grottesche, a volte disperate, inventò scenari realistici e stralunati insieme, i suoi “eroi” furono pupi surreali di un teatro di maschere comiche e tragiche insieme.

Una filigrana sottilissima, però, avvolge i suoi “eroi”, e da quella traspaiono reazioni ed emozioni, ansie e miserie, illusioni.

Amelia Bonetti (Giulietta Masina) ex ballerina, vedova in una cittadina del Nord con numerosa famiglia e proprietaria di una piccola industria, arriva a Termini per la trasmissione. E’ una signora discreta, vispa e sorridente, di modi garbati e tailleur bon ton. E’ diversa da quel mondo di nani e ballerine, ciò per cui l’hanno chiamata l‘attira, le ricorda un passato felice, anche se ama credere che sia stata l’insistenza dei parenti a spingerla ad accettare l’invito.

E’ piena di illusioni, ma le vedrà sfiorire una alla volta, a cominciare dall’ Hotel di periferia, un due stelle, o forse una, dove vengono scaricati dai pulmini gruppi di strani personaggi che l’indomani andranno in trasmissione, un’ accozzaglia rumorosa di dilettanti, giovani e anziani, imitatori, sosia, ballerini e specialità varie, tipi bizzarri da Corrida o Saranno famosi, perfino un eroico ammiraglio in pensione con medaglie e badante al seguito.

Pippo Botticella, in arte Fred (Mastroianni), arrivato in ritardo, si materializza alla povera Amelia /Ginger nel russatore della stanza accanto. Stazzonato e molto malandato, quasi neppure la riconosce, e un tempo l’amava.

Invecchiato male e con scarsi mezzi, Pippo è la parodia di quel lontano ballerino che per quindici anni aveva diviso con lei le glorie di una fama che, benchè di provincia e avanspettacolo, era stata comunque esaltante per due giovani con tante speranze.

Il loro tip tap era famoso nel giro, ma poi erano trascorsi trent’anni e ora le gambe non reggono come una volta.

Senza poter provare, solo pochi passi abbozzati nello spazio di una toilette, bene o male il loro numero si fa.

Il clima frenetico che si respira in giro sembra quello di un Circo, ma del Circo non ha l’autenticità e la bellezza. E’ un mondo falso, volgare, contraffatto, spesso dipinto con comicità spietata, quello che Fellini racconta con sguardo sconfortato, a tratti feroce.

scena

Ginger e Fred (1986): scena

E la Roma attraversata dai pulmini non è migliore. Cartelloni pubblicitari e cumuli di sacchi di spazzatura coprono ciò che resta delle antiche glorie, la gente sembra non avere reazioni, tutto è dato per scontato, tutto è omologato, un pensiero divergente non ha spazio, il Grande Fratello domina sovrano.

Si avverte il fiato grosso, la fatica di tirare avanti, il disgusto di dover sopportare quella città stracciona senza cielo né aria, città di mostri dalla parvenza umana.

Il piccolo spettacolo di Ginger e Fred, a questo punto, è un raggio di sole, anche se molto sbiadito, il ritmo non è quello vorticoso della coppia celebre, è quello di due ballerini attempati, ma la dolcezza è tanta, e sopravvive fino al finale, in stazione.

Amelia e Pippo si salutano da rive lontane, la vita che rimane scorrerà sui binari che ha imboccato in quel lungo iato che li separa dalla giovinezza, forse poteva essere altro, non è stato, e quella danza leggera, il ritmo del tip tap ticchettante come una macchina da scrivere, inventato dagli schiavi nelle piantagioni di cotone per comunicare di nascosto, crea per l’ultima volta la sua bolla magica.

Poi Ginger/Amelia va via con il bianco trolley e la cappelliera delle grandi occasioni, Fred/Pippo si fermerà qualche giorno a Roma da un conoscente ritrovato in studio, miseria più miseria meno, neanche il compenso gli hanno ancora dato.

Giulietta Masina, Marcello Mastroianni

Ginger e Fred (1986): Giulietta Masina, Marcello Mastroianni

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

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