Regia di Aldo Fabrizi vedi scheda film
Una serie di dispetti e ripicche fra un conducente di tram e un controllore rischia di avere conseguenze gravi: il primo viene declassato a bigliettaio e poi sospeso dal servizio per una mancanza; ma non ha il coraggio di dirlo alla famiglia, e così facendo provoca involontariamente la squalifica della figlia dal torneo di reginetta dei tranvieri. Piccoli drammi umani su uno sfondo di bonaria commedia neorealista, con un protagonista vilipeso e umiliato in cerca di rivincite. In tempi recenti una storia simile è stata raccontata dal dittico A tempo pieno e L’avversario; a me viene in mente soprattutto L’ultima risata di Murnau, dove l’uomo si identifica con la propria funzione lavorativa e in particolare con la relativa uniforme, e non sa rassegnarsi a perderla. In realtà l’episodio del titolo occupa solo gli ultimi 20’: prima con la sognante corsa notturna per le strade di Bologna (e qui ci si può chiedere se Fabrizi conoscesse L’illusione viaggia in tranvai di Buñuel, uscito meno di un anno prima), poi con l’immancabile finale conciliatorio in tribunale.
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