Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film
Come un incubo seriale il film è costituito quasi interamente dall'ossessiva ripetizione di un unica sequenza; una donna si aggira nottetempo nei corridoi di un antico castello dove si annidano loschi figuri e, forse, un fantasma. Verso la fine ci viene concessa una variazione; ora la donna è prigioniera e ad aggirarsi per il castello sono gli uomini che la cercano. La ripetitività non esclude alcuni colpi di scena, ribaltamenti di prospettiva, verità celate che vengono a galla. Anche con pochi mezzi a disposizione Margheriti conferma di non essere un regista dozzinale, ne fanno fede sequenze come la corsa nel parco. Malgrado una recitazione solo discreta (Rossana Podestà se la cava con qualche sbavatura, George Rivière è anonimo e Chistopher Lee è utilizzato male) e non poche incongruenze si tratta di un film ingegnoso e piuttosto divertente.
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