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Gilda

Regia di Charles Vidor vedi scheda film

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La recensione su Gilda

di Antisistema
8 stelle

Durante un esperimento con un ordigno nucleare, i soldati ameriani al momento dell'atto pratico prima di far detonare la bomba, attaccarono una foto di Rita Hayworth nei sensuali panni di Gilda, facendo poi esplodere il tutto; l'attrice non fu molto entusiasta della notizia perchè non le andava di essere associata ad uno stumento di morte (nonostante le pressioni di Orson Welles per calmarla, perchè da ciò avrebbe ottenuto solo bella pubblicità), ma oramai il personaggio aveva totalmente mangiato l'attrice. 
Gilda come tanti film dell'epoca classica non nasce da ambizioni artistiche elevate; ma come veicolo divisto per Rita Hayworth che veniva da un paio di anni di pausa per via della nascita della figlia, così lo studio decide di rilanciarne la carriera confezionando un noir misto a melodramma dove la donna è contesa tra due uomini; Johnny (Glenn Ford) e Ballin (George Macready). 

 

Rita Hayworth

Gilda (1946): Rita Hayworth

 

Gilda è un tipico film post Casablanca affidato alla regia dell'esperto mestierante Charles Vidor che aveva una particolare predilizione in drammi ed in noir, poichè sapeva costruire buone ambientazioni (come la location esotica argentina nelle scene in esterna, sia quelle in interna della bisca clandestina). I debiti verso il film di Curtiz sono abbastanza evidenti; bisca clandestina usata come copertura per altre attività illecite, ambientazione esotica, una donna dai trascorsi controversi, un protagonista ferito da una relazione passata e un triangolo amoroso. Quello che fortunatamente distingue il film da un banale clone di Casablanca (a cui ho dato il massimo del punteggio, ma che non so se lo manterrò, perchè sto in pieno restayling dei voti e delle votazioni), è il puntare il tutto sulla sua protagonista femminile; Gilda è una donna sexy ed aggressiva, lontana dai lineamenti angelici dell'eroina del film di Curtiz. 

La sua presentazione del resto è leggendaria; Gilda non entra in scena da una banale porta o viene introdotta mediante una visita in un locale, ma Vidor sceglie di optare per un'inquadratura fissa dove inizialmente innanzi alla macchina da presa non c'è nessuno, ed improvvisamente vediamo una lunga quanto sensuale chioma rossa, fluttuare dal basso verso l'altro per disvelare allo spettatore la figura di Gilda con i suoi magnifici occhi e labbra seducenti. 

La pellicola è costruita su Gilda; quindi è un film che adotta una scelta molto rischiosa, poichè se allo spettatore non garberà il personaggio della protagonista, sicuramente non gradirà il film. In questo caso allora, bisogna essere capaci di puntare in primis sul magnetismo dell'attrice, che deve tenere gli occhi dello spettatore a sè legati e poi sfaccettare il personaggio a 360°, rivelandone anche gli aspetti più sgradevoli; altrimenti non scatta l'empatia ed il film viene presto a noia. 

 

Rita Hayworth, Joseph Calleia

Gilda (1946): Rita Hayworth, Joseph Calleia

 

Johnny e Gilda sono legati da un reciproco rapporto di amore ed odio, che altro non è che la miscela esplosiva che tiene in piedi la loro relazione. Apparentemente stramba come scelta relazionale, l'odio che Johnny nutre verso Gilda (una probabile ex-prostituta? Le ragioni del loro contrasto non saranno mai rivelate) è molto forte, tanto che si sente in dovere di ripagarla pan per focaccia, facendola soffrire quanto lui ha sofferto in passato per causa sua. 

Gilda è una donna maledetta, che con la sua bellezza causa inizialmente felicità negli uomini che hanno la fortuna di vederla per poi averla tra le proprie braccia, per poi farli soffrire per via del suo comportamento irrequieto. Peccato però che si abbia la sensazione di non accedere mai nell'animo più profondo del personaggio, scelta dovuta anche al fatto che purtroppo le canzoni non sono cantate dalla voce di Rita Hayworth, ma risultano doppiate; grande errore, perchè in questo modo ci si deve affidare solo ai lineamenti fisici del personaggio, depotenziando così lo scavo psicologico del personaggio. 

Bisogna dire che la Hayworth oltre ad essere una figa galattica in questo film, riesce a far ottimo uso della sua bellezza, sfruttando il suo corpo più come una sorta di arma di seduzione precariamente tenuta sotto controllo dai suoi vestiti (con il lungo abito nero quando danza nel locale è da collasso), che in modo volgare e cafone. In sostanza è una donna desiderabile, seppur alla fine non si spogli o faccia chissà che cosa. Gilda è una figura costruita a tavolino dagli studios per far sognare gli spettatori, ma come prodotto, la donna vive con sofferenza ciò che è davvero (vedere sequenza del canto con la chitarra) e come invece viene percepita dalla gente come maschera; un contrasto vita-forma che perseguiterà l'attrice per tutta la vita nel privato. 

All'epoca ebbe un grosso successo e Rita Hayworth nonostante non volesse, restò per sempre Gilda e con il pregiudizio da parte della critica che poteva essere solo una donna bella, ma non anche una brava attrice (per questo ruolo neanche una nomination agli oscar). La pellicola non è un capolavoro come molti fan sfegatati vorrebbero (Mereghetti le dà addirittura 4 stelle) per via di una sceneggiatura che alla fine non risulta molto originale e sopratutto per via dell'improbabilità dei meccanismi che muovono essa; e poi diciamocela tutta, c'è uno scarto tra Gilda ed i migliori noir contemporanei ad esso. Comunque sia, lo stato di cult è strameritato ed è un ottimo film, che tra i tantissimi cloni di Casablanca riesce ad essere una delle 2-3 pellicole sorte sulla scia di esso a sapersi distinguere. I fan di Rita Hayworth però non devono restare delusi, per la loro beniamina il capolavoro arriverà poco dopo con il magnifico La Signora di Shangai (1947), girato dal marito Orson Welles, che ne decostruirà l'immagine regalandole al contempo il film più bello della sua carriera. 

 

Rita Hayworth

Gilda (1946): Rita Hayworth

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