Regia di Paul Morrissey vedi scheda film
Da un duplice progetto frutto di una tra le eccentriche idee "trasformiste" dell'artista simbolo della Pop Art, Andy Warhol, Blood for Dracula (o meglio, "Andy Warhol' blood for Dracula", mentre il titolo italiano è una vergogna non meno delle storpiature afflitto ai capolavori di Truffaut da considerati titolisti italiani degli anni '70), rivisita il mito del vampiro in chiave erotico sexy, sulla falsariga del progetto originario del 1973, Flesh for Frankenstein, dedicata al mostro creato in laboratorio dal celebre scienziato folle.
Stavolta il diabolico conte (Udo Kier), giovane e di belle fattezze, per quanto debole e malaticcio a causa della carenza di sangue umano, progetta, incoraggiato dal suo servitore, di trasferirsi in Italia, terra di belle donne, ma anche di persone devote a madre chiesa, osservati dei dogmi richiesti dalla religione cattolica.
Questo particolare è importante per il vampiro in quanto l'unico sangue che riesce acrinvigorirlo è quello che proviene da ragazze vergini.
E la leggenda vuole che in Italia la maggior parte delle donne nubili lo sia. Viaggiando su una vecchia macchina su cui è sarò caricato un sarcofago, il conte giunge tra le campagne di un Nord Italia agreste, dove si introduce all'interno di una decaduta famiglia aristocratica, per chiedere la mano di una tra le quattro figlie nubili del capofamiglia (interpretato da Vittorio De Sica, poco prima della sua scomparsa).
Ma le due promesse spose del conte (Stefania Casini e Dominique Darel) si rivelano tutt'altro che pure e vergini. Merito del baldo ed orgoglioso tuttofare di fede comunista del palazzo, il bel Mario (Joe Dallesandro, presenza fissa ed iconica nel cinema di Morrissey e nell'opera artistica di Warhol.
Cercare di ripiegare sulla figlia quattordicenne (Silvia Dionisio) si rivelerà un passo escogitato in ritardo da parte del vampiro, mentre la primogenita quarantenne (Milena Vukotic), si rivelerà una soluzione efficace sulla carta, ma tardiva ed inutile.
Paul Morrissey ritrae un Bel paese edulcorato quanto basta per rendere tutto malizioso ed erotico.
La bellezza seducente di attrici ed attori funziona, così come la divertita alchimia che si crea tra di loro, permettendo al film di rivelarsi una adorabile sciocchezza dall'elevato erotismo sfrontato e burlone.
E, a suo modo, come versione comico-ironica-parodistica del conte Dracula, Blood for Dracula si rivela un progetto bizzarro ma sostanzialmente riuscito.
Tra i camei, in rilievo, per quanto non citato espressamente, appare pure Roman Polanski nel ruolo di un riottoso operaio attaccabrighe in un bar.
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