Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Roberto Benigni, porta in scena una vicenda sentimentale con sfondo la guerra in Iraq. Apprendendo che la donna di cui è innamorato senza essere corrisposto - che poi scopriamo essere la sua ex-moglie o compagna - è a Bagdad gravemente ferita, un professore e poeta si reca in tale città per prendersene cura, e si trova alle prese con i problemi grandi e piccoli che affliggono ogni popolo costretto a vivere in zona e clima di guerra: carenza di viveri e medicinali, campi minati, l'inquietitudine che deriva dai continui combattimenti, l'incomprensione con le forze occupanti (in questo caso, le truppe U.S.A.), la depressione dell'amico-collega cittadino di Bagdad, che culmina nel suicidio. Tornata in Italia, la donna acquista consapevolezza del ruolo del suo innamorato nella propria guarigione. Commedia dolce-amara, molto malinconica ma positiva nella conclusione, che ho trovato un po' sottotono, per recitazioni (Benigni è l'ennesima replica di sè stesso; Jean Reno un po' fuori luogo; Nicoletta Braschi piuttosto inespressiva) e irrealtà della ricostruzione di una Bagdad sotto occupazione americana, che sembra ridotta a due strade e qualche edificio, con qualche soldato americano indifferente, un po' di commercianti e un piccolo ospedale privo di tutto. Sorvolando su questi aspetti abbiamo però una trama solida, emozionante, ambivalente tra l'intensità della vicenda sentimentale e l'efficacia della denuncia sugli orrori della guerra.
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