Regia di Vicente Ferraz vedi scheda film
Per l'isola caraibica, Soy Cuba di Kalatozov non fu soltanto un film, ma un'impresa: soltanto le riprese durarono 14 mesi e l'intera lavorazione si protrasse per circa due anni. Le persone che a vario titolo collaborarono alla realizzazione del film, rievocano le opere e i giorni dell'unica coproduzione cubano/sovietica. Sergio Corrieri (morto nel 2008), Alfredo Guevara, Enrique Pineda Barnet ed altri ricordano le aspettative create da Soy Cuba, ma anche la delusione che si diffuse quando fu visto il lavoro finito e il dispiacere di vedere vanificato tanta fatica e tanta passione. La delusione per la (s)fortuna del film fu tale, che alcuni dei personaggi che parlano nel documentario di Ferraz sembrano avere rimosso, per molti anni, una parte delle vicende della lavorazione (Corrieri non ricorda di avere preso parte, come attore, alla sequenza del funerale di Enrique) di un evento che avrebbe dovuto essere memorabile. Ma il regista brasiliano sa cogliere l'emozione degli intervistati quando comunica loro che Soy Cuba sta godendo, nel mondo occidentale (ma i cubani tengono a far notare che la loro isola è più ad occidente della maggior parte dei cosiddetti "paesi occidentali"), di una rivalutazione, iniziata grazie all'apprezzamento dei registi americani Scorsese e Coppola. Qualcuno si commuove fino alle lacrime, sapendo che quel film non è stato dimenticato, così come la commozione arriva inesorabile quando si ripensa agli amici sovietici che non ci sono più, in primis il direttore della fotografia Urusevskij e sua moglie Belka.
Un giovane regista brasiliano va a Cuba, alla ricerca delle persone che collaborarono al film Soy Cuba (1964) di Mikhail Kalatozov.
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