Regia di Gaspar Noé vedi scheda film
Dopo aver preso a cazzotti la moglie incinta, un ex macellaio con precedenti penali va a vivere nella stessa stanza d’albergo in cui aveva concepito sua figlia con la prima compagna. Ma il denaro scarseggia, e i suoi tentativi di trovare una nuova occupazione per riuscire a sopravvivere si fanno via via sempre più disperati.
Il primo lungometraggio di Gaspar Noé è una storia dura, narrata attraverso uno stile secco e senza fronzoli, che esprime - attraverso i pensieri sincopati del suo protagonista - una sorta di nichilismo assoluto. L’ex macellaio, infatti, è convinto che la vita non abbia alcun significato, sia un semplice processo di sopraffazione dei ricchi nei confronti dei poveri, una giungla in cui bisogna esercitare violenza per non rimanere sopraffatti. Non esiste altra via di fuga che il sesso, fino unico, che allo stesso tempo non riesce a strappare l’individuo dalla sua abissale solitudine.
La rabbia frustata e il vano desiderio di riscatto del protagonista, danno ritmo alla vicenda, e il ritratto di un mondo lugubre, tutto volto alla becera sopravvivenza economica, è scorticante. Il finale, però, inatteso, sembra cercare una via di mezzo tra la visione cupa del protagonista e una morale più conciliativa.
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