Regia di Carlo Borghesio vedi scheda film
Per coprire un debito Gianni ruba 120mila lire, una somma enorme, sul lavoro; sua sorella Anna chiede un aiuto economico al fidanzato Ruggero, che però tentenna. Anna va quindi a parlare con Andrea Delmonte, il direttore di Gianni, che immediatamente si innamora della ragazza. Quest'ultima, nella speranza di salvare il fratello, evita di dire all'uomo che è fidanzata: la situazione si fa sempre più spinosa.
Questa è la quinta regia in quattro anni – dall'esordio con Due milioni per un sorriso (1939) – per Carlo Borghesio, buon artigiano di commedie sentimentali e melodrammi 'soft' dell'epoca. Si tratta di una pellicola al passo con i suoi tempi, che mette in scena un canovaccio dai temi non particolarmente ostici e dalla morale virata al lieto fine più accomodante; un film che vive sulle spalle di validi interpreti (tra gli altri: Elisabetta Simor, Carlo Covacs, Osvaldo Genazzani, Nino Crisman, Guglielmo Sinaz) e di solidi collaboratori tecnici come Edoardo Lamberti – direttore della fotografia – e Guglielmo Borzone per le scenografie, ben organizzate data la netta prevalenza degli interni nel girato. A occuparsi del montaggio troviamo lo stesso regista, non uso a questo ruolo; sua dovrebbe essere anche la sceneggiatura, non citata sui titoli di testa, ma secondo il web (Imdb, Wikipedia, Comingsoon) accreditabile a Borghesio, a Piero Ballerini e a Nino Stresa. Due cuori è un'operina leggera leggera che sarebbe molto presto risultata datata per i suoi toni garbati e sostanzialmente moralistici; ottanta minuti di durata. 4/10.
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