Regia di Luigi Batzella vedi scheda film
Il dongiovanni Domenico, per soddisfare le sue voglie libertine, si caccia nei guai; ripara perciò in un convento, sotto mentite spoglie. Ma è un convento di suore e, naturalmente, per Domenico è solo l'inizio di una nuova avventura suinesca.
Più che al sottogenere 'conventizio', pellicole erotiche con protagoniste suore porcellone, questo Confessioni segrete d'un convento di clausura può richiamarsi al decamerotico, per i dialoghi pseudo-poetici in italiano aulico, la vena sguaiatamente comica e i costumi; ma l'ambientazione è comunque pretestuosa, così come la trama tutta è una barzelletta o poco più, per poter infilare in serie una catena di sketch barzellettistici a sfondo sessuale e sfamare il pubblico cinematografico delle terze visioni, annoiato, in cerca di sensazioni facili e accontentabile con poco. Luigi Batzella scrive (accreditandosi sui titoli di testa come Paolo Solvay, pseudonimo usuale), dirige (col vero nome) e monta (di nuovo: Solvay) perfino questa pellicola; il suo nome - i suoi nomi, anzi - sono indissolubilmente legati ai bassifondi della cinematografia nostrana e la qualifica di 'trash' gli spetta anche in questa occasione, sebbene il Nostro abbia licenziato ben di peggio. Qualche interprete si salva nel mucchio, composto in larga parte da attori di scarsa fama (comunque meritata): Mark Damon, Rosalba Neri, Ivana Novak, Leo Valeriano, Angela Bo, Mirella Rossi, Nino Musco; le musiche sono di Marcello Gigante e non sono neppure malaccio. In quello stesso 1972 Batzella arrivava in sala anche con lo sgangherato spaghetti western La colt era il suo Dio. 2/10.
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