Regia di Lenard Fritz Krawinkel, Holger Tappe vedi scheda film
Nel regno di Gaya vivono degli strani nani simili agli umani ma con lunghe orecchie asinine. La vita è possibile grazie all’energia sprigionata da un gigantesco cristallo di dalamite che scompare misteriosamente. I due amiconi Boo e Zino insieme ad altri gayani tra i quali Alanta, la figlia del re di Gaya, si lanciano attraverso un corridoio spazio-tempo che li trasporta sulla Terra alla ricerca del prezioso cristallo. Qui i gayani fanno l’incredibile scoperta di essere, loro malgrado, proprio come accadeva nel Truman Show, le star di una fortunata serie Tv, e che uno scienziato ha rubato la dalamite perché il suo programma è stato soppiantato proprio da Gaya. Gaya è un film coraggioso e anche un po’ incosciente; coraggioso perché il regista Lenard Fritz Krawinkel si è lanciato quasi romanticamente nella titanica avventura di produrre il primo film d’animazione 3-D europeo con un budget infinitesimo rispetto a quello degli studios americani, uno sforzo premiato anche dalla stima di Michael Kamen che gli ha regalato la colonna musicale prima della morte improvvisa. Incosciente, perché la storia è una favola che si trasforma in una riflessione un po’ contorta sulla società dei media e forse poco adatta al pubblico infantile, quello di elezione di un cartone animato, e d’altra parte l’animazione, nonostante gli sforzi profusi, non riesce a meravigliare più di tanto nemmeno gli adulti.
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