Regia di Chris Nahon vedi scheda film
La regola è questa: se vuoi che da un brutto libro esca un bel film tradiscilo più che puoi, raccogline lo spunto e poi pensa ad altro, mettici del tuo, “riscrivilo” con le immagini. Compito troppo arduo per Chris Nahon, mestierante della scuderia di Luc Besson convinto che la via francese al thriller equivalga a copiare gli americani. Tratto da Jean-Christophe Grangé, L’impero dei lupi racconta della difficile indagine di un poliziotto, Arly Jover, che dopo l’orrendo omicidio di tre donne si vede costretto a indagare nel milieu turco di Parigi. E per rendere più efficace la sua indagine, lascia che il lavoro sporco lo faccia uno sbirro di piombo e acciaio, Jean Reno, che si infiltra in quel mondo misterioso. Che la Francia sia favorevole all’ingresso della Turchia in Europa è un dettaglio, e comunque vedendo il film non si direbbe. Tra esagerate efferatezze e l’incedere faticoso dell’intrigo (un po’ internazionale e un po’ esoterico) ci sentiremmo di salvare solo due cose: Laura Morante, che supera la difficile prova del ”cinema di genere” senza replicare lo stereotipo della nevrotica che i registi italiani le hanno cucito addosso, e naturalmente Jean Reno, che imitando John Wayne buca lo schermo anche senza far nulla.
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