Regia di Marco Elter vedi scheda film
1915: l’Italia entra nella prima guerra mondiale. Sul fronte a nordest vengono mandati, fra i tanti, anche un veterano della guerra di Libia e due ragazzi, che legano fra loro durante quei disperati mesi di gelo, solitudine, sacrifici e violenza.
Questa è la prima pellicola a soggetto diretta da Marco Elter, mestierante del cinema nostrano che fu occasionalmente anche montatore, sceneggiatore, produttore e, prima de Le scarpe al sole, documentarista. Si tratta senza ombra di dubbio di un lavoro caro al regime fascista, tant’è vero che al festival di Venezia del 1935 si aggiudicò la Coppa del Minculpop in quanto film dai valori etici significativi; eppure il lavoro non esce dai binari di una rappresentazione cruda e verista della vita sul fronte, peraltro in questo caso specifico un fronte fra i più sofferti di sempre e cioè quello del nordest italiano durante la prima guerra mondiale. Le scarpe al sole, tratto da un racconto di Paolo Monelli con una sceneggiatura di Curt Alexander, ha perciò fra i suoi innegabili pregi quelli di essere un film verosimile e privo di eccessi di retorica, pur essendo evidente il compiacimento moraleggiante nel ritratto delle sofferenze e delle fatiche dei soldati disposti a tutto, anche al sacrificio estremo, per l’ideale patriottico. Fra gli attori: Camillo Pilotto, Cesco Baseggio, Carlo Lodovici, Isa Pola, Carlo Duse e Nelly Corradi; ritmo non sempre omogeneo, con qualche momento più rilassato e, in generale, poca azione, specie agli occhi di uno spettatore moderno. 4/10.
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