Regia di Lamberto Bava vedi scheda film
Una coppia, uomo e donna, gestisce un piccolo albergo. Una sera ospitano un viaggiatore molto particolare, che mostra di sapere fin troppe cose sui due. Compreso un segreto che li lega indissolubilmente e che riguarda anche l'ex marito di lei, ormai defunto.
Film televisivo che Lamberto Bava scrive (insieme a Dardano Sacchetti) e dirige senza eccessivo impegno, cercando di portare a termine con il minimo sforzo e modesti mezzi una commissione di Reteitalia (Fininvest/Mediaset). Per sempre, noto anche come Fino alla morte, è parte di un progetto di quattro lavori per il piccolo schermo di chiara matrice horror; primo del poker ad approdare in tv, il film dimostra sia le buone capacità di Bava come illustratore della paura - avendo ereditato d'altronde la mano del padre, il grandissimo Mario - sia la scarsa affidabilità delle produzioni televisive dell'epoca. La storia è elaborata senza troppa fantasia e ricorda per più motivi la trama de Il postino suona sempre due volte; ma ciò che più conta qui è dare brividi e suggerire tensione allo spettatore: pur senza esagerare, Per sempre ci riesce, fa il minimo sindacale del suo dovere. Trucchi ed effetti speciali sono anch'essi ridotti all'osso e nel cast artistico non compaiono nomi degni di primo piano: Gioia Scola, Urbano Barberini e David Brandon sono i principali in scena. Poco riuscita la colonna sonora di Simon Boswell, già collaboratore di Bava per alcune pellicole precedenti (Demoni 2, Le foto di Gioia) e con Dario Argento per Phenomena (1985). 3,5/10.
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