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Il mare

Regia di Giuseppe Patroni Griffi vedi scheda film

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La recensione su Il mare

di alan smithee
6 stelle

il mare

MUBI

La disperazione di due uomini di età differenti favorisce la nascita di un rapporto singolare che sfocia in qualcosa di simile ad un innamoramento.

L'esordio nel lungometraggio di Patroni Griffi avviene all'insegna di tematiche non troppo dissimili alle solitudini proprie del cinema coevo di Antonioni.

Il cast vede impegnati il celebre attore Umberto Orsini, un gigante del teatro italiano, affiancato dalla femme fatale Françoise Prévost, e dal diciannovenne Dino Mele, al suo debutto nel cinema in un ruolo enigmatico e intrigante.

LA STORIA

Un affermato attore teatrale giunge a Capri fuori stagione, in un periodo in cui l’isola è pressoché disabitata, allo scopo di riposarsi dalla tournée che lo ha impegnato nell’ultimo periodo.

É in attesa della sua fidanzata, che all’ultimo momento gli fa capire di non essere interessata, non solo a raggiungerlo, ma anche a continuare la relazione che li lega.

Scosso dalla imprevista circostanza, e un po’ a disagio per la mancanza totale di svago, impossibilitato anche solo a prendersi un caffè poco oltre l’ora di cena, l’uomo s’imbatte per caso in un giovane poco più che adolescente, che continua poi a incontrare nei momenti più inaspettati.

Un giovane dedito all’alcol per non pensare alla malinconia e alla insoddisfazione che lo dominano.

Dopo un approccio un po’ maldestro, i due iniziano a frequentarsi e, pur senza mai darlo a vedere, appare evidente la loro attrazione, che li rende come due complici che cercano di studiarsi prima di fare il primo passo per una eventuale iniziativa amorosa.

Non avranno il tempo di maturare un sentimento chiaro, perché sull’isola poco dopo, arriva anche una bella donna sulla quarantina, che, con i suoi modi schietti e la sua predisposizione al libertinaggio, si insinua tra i due uomini compromettendo l’evolversi di una storia che avrebbe potuto concludersi con un rapporto profondo.

LGBT Movies: The Sea (1962) – The Avocado

LA RECENSIONE

Nell’anno in cui Michelangelo Antonioni stava ponendo fine alla sua esemplare trilogia sulla incomunicabilità (L’Avventura – 1960, La Notte – 1961, L’Eclisse – 1962), Giuseppe Patroni Griffi esordisce sul grande schermo con questo film di cui  cura anche la sceneggiatura.

E nel delineare lo sconcerto per il disamore che devasta un attore in ritiro in una Capri semi-deserta e proprio per questo decisamente accattivante e originale, il regista prova a sondare il risveglio dei sensi che coglie un uomo e un ragazzo attratti, loro malgrado, da un interesse reciproco che nessuno dei due è realmente capace di manifestare verso l’altro.

Dopo questo primo curioso, piccante e pure erotico approccio, il sopraggiungere della fatalona finisce per togliere un po’ di magia alla vicenda, distraendo la storia e portandola su binari decisamente più comodi a livello di eventuale censura, e di relativa rappresentazione scenica, in un inizio anni ’60 ancora non molto avvezzo a trattare certe tematiche ritenute scottanti o scandalose.

Dei tre attori, coinvolti ognuno in una girandola amorosa che esclude sempre il terzo di troppo, il più in parte appare probabilmente il giovane esordiente Dino Mele, che risulta meno impostato dei due peraltro eccelsi interpreti professionisti, riuscendo a fornire i contorni genuini di una tarda adolescenza all’insegna della confusione sentimentale e sessuale più disperata.

Le immagini di una Capri deserta, e proprio per questo decisamente inedita, rappresentano uno degli aspetti più originali e affascinanti di questa interessante opera d’esordio.

 

 

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