Regia di Giuseppe Patroni Griffi vedi scheda film
Patroni Griffi gioca la carta del giallo (molto mascherato) metafisico, sulla scia dell'Antonioni di Blow-Up, mettendo in scena un'indagine poliziesca relativa a un fatto criminoso del quale pian piano si delineano i contorni. Ma questo appuntamento con l'assassino soffre di una prolissità dovuta alla circostanza, di per sé lapalissiana, che Patroni Griffi non è Antonioni, del quale non possiede il talento visionario ed elusivo. Per questo, ci si trova di fronte ad una quasi commedia prolissa, che sembra derivare soprattutto dallo scontro di caratteri diversi, come quello della tedesca protagonista (che riesce a legare soltanto - e poi si capirà perché - con un'anziana connazionale) e gli italiani, visto che, dopo un prologo aeroportuale, la vicenda si svolge a Roma. È da apprezzare la creazione di un ruolo tutto femminile per una attempata Liz Taylor, una delle ultime vere dive del cinema, che tuttavia, nemmeno qui, trova il copione adatto a farne risaltare la bravura.
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