Regia di Pasquale Fanetti vedi scheda film
Modesto erotico -alimentato dalle grazie di una stellina coinvolta in Diva Futura di Riccardo Schicchi- destinato direttamente all'home video e girato da una figura cinematograficamente eclettica (produttore, sceneggiatore, regista e soprattutto operatore alla macchina).
"Per me esisteva solo la collegiale, la mia ossessione. La mia ragione di vita." Parole di Cosmo, fotografo che vive in un piccolo paese di provincia, spesso immerso sotto un manto di neve. La collegiale sarebbe poi Ednea (Petra Scharbach), una gran bella figliola che adora fare ripetuti striptease, mostrando ogni dettaglio del perfetto corpo, posando nuda con piacere in una camera che ha più finestre che pareti. Sapendo bene che Cosmo, munito di binocolo, non perde la possibilità di spiarla, sfidando per l'occasione il ghiaccio e il gelo. Quando Cosmo si trova a sviluppare un super 8 per conto di un cliente, non riesce a credere ai suoi occhi. L'attrice, una ragazza in intima compagnia di un uomo, è proprio Ednea. Cosmo decide di portare alla direttrice del collegio l'evidenza della discutibile condotta tenuta da Ednea, scoprendo che la ragazza è già stata allontanata dalla scuola. Dopo una asfissiante relazione con la scatenata direttrice, Cosmo decide di trovare Ednea, per dichiararle il suo amore. Derubato durante un viaggio in treno, viene ingaggiato momentaneamente dal titolare di un hotel, scoprendo con sorpresa che l'uomo è il patrigno di Ednea, e che la stessa alloggia nell'abergo.
Lolita forever nasce come progetto destinato all'home video, come poi buona parte degli altri film interpretati dalla Scharbach e/o quelli diretti da Pasquale Fanetti (con lo pseudonimo di Frank de Niro). Figura, quella di Fanetti, piuttosto interessante, al di là dei risultati ottenuti. Produttore, sceneggiatore, regista (anche di hard) ma in prevalenza operatore alla macchina e, in tale ruolo, fin dal lontano 1971 (Questo sporco mondo meraviglioso). Tra i titoli più interessanti che lo hanno visto letteralmente dietro la macchina da presa, sono da segnalare: La padrona è servita (1976), Malabestia (1978), Cameriera... senza malizia (1980), Buona come il pane (1982), Quella peste di Pierina (1982), Maladonna (1984), Una storia ambigua (1986) e Dolce pelle di Angela (1988).
Questo, per dire che ci troviamo di fronte ad un personaggio pratico del settore con una lunga esperienza sul set, anche se spesso in forma anonima. Non si vuole a tutti i costi dire che Lolita forever sia un prodotto riuscito. È stato probabilmente montato in fretta, presenta evidenti errori di continuità (Ednea, mentre viene spiata alla finestra, passa dalla camera da letto alla doccia con brusca e improbabile soluzione di continuità) e la labile trama si basa esclusivamente sul trovare un modo di mettere a nudo la sensuale protagonista. L'obiettivo della macchina da presa infatti è irrimediabilmente attratto dalle natiche della Scharbach, e di questo non possiamo farne una colpa al regista. Da questo "punto di vista", siamo infatti di fronte ad uno dei rari casi in cui madre natura ha dato il meglio di sé, come dimostra la scena dello stupro, cui prende parte -nel ruolo di docente di latino impazzito e accanito sul fondoschiena della collegiale- il caratterista Maurice Poli (singolarmente impiegato anche in veste di taxista... con carrozza). Fanetti, probabilmente consapevole dei limiti del prodotto (dovuti ad attori improvvisati, location modeste e sceneggiatura improponibile), a circa metà percorso sceglie il registro della commedia, riuscendo -mettendo in scena la figura del trucido albergatore, patrigno di Ednea- a rendere comunque il film vedibile. La colonna sonora non è delle peggiori, mentre curiosa appare la scelta di chiudere il film frettolosamente, con voice over a dare inutili spiegazioni sul destino di Ednea, mentre sullo sfondo si fa largo You can leave your hat on, colonna sonora di Nove settimane e mezzo!
Lolita... for three years
Petra Scharbach, bellezza fiorita a Francoforte nel 1962, è stata a lungo una delle graziose stelline della scuderia di Riccardo Schicchi, dopo aver posato in precedenza per fotoromanzi pubblicati su Grand hotel e per servizi di nudo (soft) apparsi su Penthouse e Playmen. Assieme a Mercedes Ambrus, è stata probabilmente una delle più graziose modelle mai coinvolta in film porno ma piuttosto in erotici spinti, infinitesimamente distanti da contenuti esplicitamente hard. Come è appunto il caso di Lolita forever, sorta di pseudo sequel di Lolita 2000, girato l'anno precedente da Claudio Papalia. La Scharbach esordisce come attrice prendendo parte a un piccolo ruolo in Rimini Rimini - Un anno dopo (1988) per finire, lo stesso anno, su un altro set al fianco di Moana Pozzi (Provocazione). Nel 1989, calca le scene di Diva Futura - L'avventura dell'amore, un film co-diretto da Ilona Staller e Arduino Sacco (uno dei primi, e più prolifici, registi hard italiani), ma è proprio il già citato Lolita 2000 (1990) a darle certa notorietà. Nel 1990 prende quindi parte all'unico film non porno girato da Riccardo Schicchi (La mia preda). Mentre per Pasquale Fanetti interpreta Top model 2, apocrifo sequel di un celebre film di Joe D'Amato (in realtà seguito di Undici giorni, undici notti). Partecipa poi al titolo più significativo della sua filmografia, diretto da Tinto Brass (Paprika), quindi dopo il quasi sconosciuto Metti un diavolo a cena e il mediocre Lolita Forever la Scharbach chiude la breve carriera d'attrice, consumatasi in soli tre anni, con 3 days of love (1991). Si ha notizia che nel 2000 ha iniziato una nuova carriera artistica, come pittrice nell'ambito della body art (pittura sul corpo).
"Un fondoschiena veramente ben fatto è l’unico legame tra Arte e Natura." (Oscar Wilde)
F.P. 17/09/2019 - Versione visionata: passaggio Tv SkyCinemaMax (lingua italiano - durata: 73'16")
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