Regia di Nino Pagot, Gibba vedi scheda film
La pubblicità di una volta era una celebrazione del prodotto, declinata nei toni festosi dello spettacolo popolare, tra slogan costruiti come aforismi e jingle concepiti come motivetti da canticchiare mentre si lavora. La facile ripetibilità del testo recitato doveva aiutare a memorizzare il marchio, che così poteva entrare a far parte della quotidianità delle persone. Leggenda è ciò che agevolmente si trasmette e che di buon grado viene accolto dalla gente; le immagini possono contribuire al mito se, come i cartoni di Nino e Toni Pagot, servono alla fantastica visualizzazione di un’idea. Il disegno animato è un docile strumento della fantasia, che riesce a dare forma e vita a storie impossibili, rendendo reale ciò che è ideale, e nel caso della réclame, servendo lo scopo commerciale di far sembrare credibile ciò che non lo è. Il mondo perfetto è quello in cui le possibilità sono illimitate, e addirittura più sfrenate dei sogni, mentre la felicità è sempre lì, immediatamente riconoscibile ed a portata di mano, perché basta un pacchetto di caramelle o una bottiglia di gazzosa a far la differenza tra tristezza e gioia. Il proliferare delle marche ed l’affermarsi del consumismo come obbligo sociale faranno perdere, nel corso dei decenni successivi, l’idea dell’acquisto di un determinato oggetto come frutto di una scelta mirata, capace di procurare vantaggi pratici e gratificazione morale. Il formato seriale dello spot priverà il prodotto della sua aura di esclusività, riducendolo - da tesoro agognato che era - ad una cosa comune ed accessibile, e quindi, per definizione, banalmente indispensabile.
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