Regia di Sergio Grieco, Massimo Felisatti vedi scheda film
Sottoprodotto di serie C, il film di Grieco e Felisatti nasce sulla scia dei fattacci del Circeo e poggia la sua ragion d'essere sulla sensazione d'impunità ispirata dalle vicende giudiziarie e carcerarie dei responsabili di quel massacro. Il film affastella le une sulle altre situazioni le più disparate, sciorinando una serie imponente di violazioni del codice penale: si va dalle rapine a mano armata allo spaccio e all'uso della droga, dalla violenza sessuale all'esposizione della filosofia nietschiana, mettendo a confronto il palazzinaro, il giudice cavilloso, il giovanotto viziato di buona famiglia e il poliziotto anarchico. E in questa confusione ormai non si capisce se siano più fascisti i giovincelli pasolinianamente figli della presunta Roma bene o il poliziotto che vorrebbe incriminarli anche senza prove. Per il resto, Grieco e Felisatti propongono il solito repertorio di inseguimenti (con prevalenza delle corse in moto da cross) e violenze assortite, con l'aggiunta di scene ridicolmente montate a velocità aumentata per rendere più credibili le scazzottate. Il tutto è messo in scena con una recitazione che definire cinofila sarebbe far torto al migliore amico dell'uomo.
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