Regia di Sergio Grieco, Massimo Felisatti vedi scheda film
Siamo ormai fuori tempo massimo per questo tipo di produzione: nel 1975 il poliziottesco è un genere usurato, preda di mille stereotipi e già di per sè nato in circostanze e con mezzi poveri; quello che Felisatti e Grieco riescono a scrivere e dirigere è realmente uno dei punti più bassi di tutto il filone. Al di là delle banalità, che come si è detto invadono e sovrastano la logica di lavori anche meglio prodotti, ne I violenti di Roma bene c'è di negativo un po' di tutto: la regia bolsa, gli interpreti canini, lo scarso appeal delle scene d'azione, che come si sa sono il condimento di questo tipo di pellicola. Antonio Sabàto è l'unico nome degno di nota sul cartellone, mentre a Giacomo Rossi Stuart è riservata una particina; dei due registi c'è inoltre poco di grandioso da segnalare. Se Felisatti - che si firma con lo pseudonimo Ferrara, sua città d'origine - è all'esordio, ma è già piuttosto noto come sceneggiatore (soprattutto per il conterraneo e amico Vancini) e scrittore, Grieco è invece alla sua ultima opera, dopodichè morirà prematuramente a poco più di sessant'anni. Qui si firma Segri (con le prime lettere del nome e del cognome, in sostanza) e in effetti non può vantare un curriculum di alta qualità, ma di quantità sì: attivo da un quarto di secolo, Grieco ha diretto praticamente ogni tipo di film di genere, da qualche innocua commediola a una serie di spy story, peplum e via dicendo. La morale di fondo de I violenti di Roma bene è poca cosa, soprattutto è ormai risaputa: la guerriglia urbana che portano avanti le bande di delinquenti, più organizzate della polizia stessa, è all'apice e i cittadini sono pervasi da un angoscioso senso di insicurezza che può sconfiggere soltanto un'azione ribelle, al di fuori dalle leggi, portata avanti da qualche eroico esponente delle forze dell'ordine. Non è nuovo neppure il tentativo di descrivere i delitti nascosti della buona borghesia: Lizzani tre anni prima aveva già diretto Roma bene; sicuramente però il massacro del Circeo (1975) può avere rinnovato l'interesse dell'opinione pubblica sull'argomento. 1/10.
Stefano, ragazzo romano di buona famiglia, organizza con gli amici scorribande finalizzate a rapine e stupri; tutto va bene finchè il padre, personaggio rispettato, riesce a proteggerlo. Ma un poliziotto stanco degli insabbiamenti decide di cambiare la situazione.
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