Avevo avuto modo di vedere questo film su grande schermo e devo dire che me lo ricordavo migliore di quanto in realtà non sia. Unica opera di un certo Lucio Marcaccini (che si stenta a credere fosse un esordiente), purtroppo soffre di una sceneggiatura veramente troppo sfilacciata che non fa mai capire dove il film voglia andare a parare. Peccato perché c'era qualche buon momento di critica socio-politica (da un'ottica apertamente vicino a quella comunista), una contesto di criminalità esteso anche alle famiglie della Roma bene, e una lunga sequenza su un delirio onirico provocato dall'assunzione di LSD che è un capolavoro d'avanguardia (che sarebbe piaciuto a Schifano). Belle anche le musiche arrembanti di tal Albert Verrecchia, che si ispira al sound predominante a quel tempo (Led Zeppelin in primis) ma che raramente veniva riportato in un discorso cinematografico. Alcune riprese sono girate nell'ingresso e nell'atrio del Visconti.
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