Regia di Pino Tosini vedi scheda film
Uno dei pochi decamerotici scomparsi dalla circolazione per anni (e dati ormai per introvabili), riportato alla luce dalla benemerita emittente Cine34. Nulla di memorabile ma senz'altro interessante non foss'altro per la presenza di Gino Cervi, qui alla sua ultima interpretazione.
Catturato e messo in catene in prigione per aver raccontato la storia sconveniente di Nanna (Karin Meyer), riportata per iscritto da Pietro Aretino (Francis Blanche) con il beneplacito di Papa Leone X (Gino Cervi), un cantastorie viene spronato dai detenuti a narrare la vicenda boccaccesca. Il desiderio della ragazza, ancora pura e decisa a prendere i voti, si tramuta in una deludente esperienza giacché in convento frati e monache si rivelano dissoluti, volgari e sessualmente assatanati. Nanna ben presto fugge dal sacro luogo, per convolare successivamente a nozze e quindi finire allegramente a fare la vita di prostituta, con il supporto della stessa madre, ben felice di gestire la rigogliosa contabilità.
L'ultima interpretazione di Gino Cervi (1901 - 1974) non può certo dirsi essere cosa memorabile. Al contrario. Un decamerotico di seconda categoria destinato a scomparire dalla circolazione. Assieme al Decameron '300 (assai più interessante) e un'altra manciata di boccacceschi infatti, I racconti romani di una ex-novizia (circolato anche con il chilometrico titolo di I racconti romani di Pietro Aretino su monache, cortigiane e maritate) dopo una fugace uscita nelle sale cinematografiche sul finire del filone (settembre 1973) sparisce letteralmente nel limbo degli introvabili per lunghissimo tempo. Come quasi tutta la restante filmografia di Pino Tosini (1924 - 2003), che nel solo decennio del 1970 opera, annualmente, su più fronti dando corpo a una decina di film con risultati quasi sempre mediocri. Il suo titolo più famoso, e anche quello più popolare, è stato l'erotico Una donna di seconda mano (1977), contraddistinto dalla presenza dell'indimenticabile Enrico Maria Salerno, attore con il quale l'anno precedente Tosini realizzava anche Un prete scomodo.
Purtroppo questo I racconti romani di una ex-novizia finisce per rientrare nella media dei decamerotici "minori", anche se non tra i peggiori. Peccando in fatto di erotismo, a causa di un'attrice (Karin Meyer) meno sensuale del solito, il film ha però la particolarità di essere meno volgare (perciò anche poco o per nulla divertente) e di seguire uno sviluppo narrativo incrociato su tre piani, ovvero su una unica storia raccontata tre volte: dal cantastorie in carcere, da Pietro Aretino in udienza da Papa Leone e dal regista sottoforma di film. Questa eccentricità diventa alla fine il suo punto di forza, ovvero un fattore distintivo dal restante gruppo di titoli, forse più banali da un punto di vista strutturale anche se indubbiamente più divertenti. Non è comunque comprensibile la scomparsa de I racconti romani di una ex-novizia - dal settore home video e dai palinsesti televisi - per così lungo tempo, essendo comunque uno dei titoli più raffinati (merito anche della sorniona interpretazione di Cervi, qui in costante battibecco con un frate giullare presente all'audizione). Come sempre è da elogiare la scelta di Cine34, unico canale in grado di riportare alla luce titoli che, per quanto poco riusciti come in questa circostanza, meritano assolutamente di essere riscoperti. Se non altro da parte degli appassionati dei molti (e spesso originali) registi italiani, che hanno affrontato svariati generi nella decade 1970.
"C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole
Anzi d'antico: io vivo altrove e sento
Che sono intorno nate le viole
Sono nate nella selva del convento
Dei Cappuccini, tra le morte foglie
Che al ceppo delle quercie agita il vento."
(Giovanni Pascoli)
F.P. 15/11/2020 - Versione visionata in lingua italiana
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