Regia di Lorenzo Gicca Palli vedi scheda film
Decamerotico completamente svincolato da fonti letterarie, girato ai limiti del genere per un impianto narrativo di tipo surreale. Film poco generoso sul versante erotico e più appagante come commedia per via di attori in grado di porsi - nelle interpretazioni - un minimo sopra la mediocre sceneggiatura.
Nel medioevo due templari - Corrado (Leonard Mann) e Leporello (Fortunato Cecilia) -, per fuggire alla cattura voluta dal Re di Francia, finiscono a Roma. Per la loro presunta conoscenza dell'alchimia entrano nelle grazie di Olimpio Orsini (Pupo De Luca), facendogli intendere di essere in prossimità di una grande scoperta: una pozione in grado di vincere l'impotenza, ovvero un efficace afrodisiaco. Mentre i due se la spassano con le fanciulle di casa Orsini, l'acerrimo nemico di Orsini, Sciarra Colonna (Arnoldo Foà), tenta in tutti i modi di mettere le mani sulla magica pozione.
Nello stile di Gicca Palli, in seguito confermato anche nel nazi Liebes Lager, il genere cinematografico può, anzi deve, essere contaminato, sovvertito, boicottato dall'interno. Infatti - a parte i riferimenti presenti solo nel titolo, per ovvie questioni promozionali, al film di Bertolucci e della Wertmüller - Gicca Palli nello scrivere la sceneggiatura di Primo tango a Roma procede "molto liberamente", senza cioè ispirarsi ad alcuna fonte letteraria come invece accade ad altri autori che hanno frequentato il genere (in particolare, Mino Guerrini seguirà pedissequamente "La trilogia della vita" di Pasolini tra Boccaccio, Chaucer e novelle orientali).
La sceneggiatura impone un ritmo piuttosto lento, ma il cast d'attori (Mann, De Luca e soprattutto Foà) permette al regista di comporre un film tutto sommato divertente. Probabilmente a causa delle limitatezze evidenti, date da un budget piuttosto risicato, Gicca Palli sceglie di dare al girato un taglio completamente irrealistico, a cominciare da costumi tutt'altro che verosimili al contesto storico. Si diverte a far convivere - sotto al tetto di Sciarra Colonna - nientemeno che Dante Alighieri, Boccaccio e il poeta aulico Petrarca, tracciandone profili grotteschi e surreali. Mentre, a differenza della media, il film è piuttosto avaro di nudi femminili, anche se le poche sequenze che vedono Rosalba Neri in tenuta "naturale", da sole valgono la visione.
Arte e critica
Dante conversa con Petrarca, uscendoscene con il celebre verso della Divina Commedia: "Pape Satàn, pape Satàn aleppe". Alla domanda del perplesso interlocutore -"Che vuol dire?"- risponde: "Non lo so, ma ci penseranno i critici a spiegarlo".
Sindacati nel medioevo
Dal discorso tenuto in pubblica piazza da un sindacalista ante litteram (probabilmente migliore di quelli odierni, ahinoi), contro i privilegi del nobile Colonna a danno del popolo.
"Le ultime ricerche tecnologiche hanno portato a stabilire che la lunghezza media della vagina è di 25 cm, mentre quella media dello strumento maschile è 22. Da questo errore di programmazione, non imputabile alla classe lavoratrice, risulta che ogni anno almeno 16.300 metri di vagina rimangono inutilizzati nella sola Roma. Ma non basta! La classe padronale, avida come sempre di riservare a sé i mezzi di produzione, minaccia di aggravare questo spreco sottraendo, a danno del popolo lavoratore, il modo di incrementare e di incentivare la produzione. Il bieco Colonna pensa di riservare a sé i benefici del progresso tecnologico, a danno del popolo."
"Ascolta, bellissima regina del tuo mondo,
accolta tra le stelle del firmamento, Roma;
ascolta, madre di uomini e di dei:
grazie ai tuoi templi non siamo lontani dal cielo."
(Claudio Rutilio Namaziano)
Primo tango a Roma... storia d'amore e d'alchimia (Lorenzo Gicca Palli, 1973) - Clip
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta