Regia di Giacomo Gentilomo vedi scheda film
Brenno, re dei galli, sta facendo sfracelli e minaccia di marciare su Roma. I romani provano a blandirlo offrendogli una splendida sacerdotessa, che però viene rapita per gelosia da Quinto Fabio, a cui non rimane che affrontare direttamente il terribile avversario.
Tardo peplum dalla traballante verosimiglianza storica, pellicola meramente alimentare che arriva allo spegnersi del filone storico-mitologico che in quegli anni andava per la maggiore, filone le cui peculiarità principali - qui assolutamente rispettate - sono il budget ristretto, l'approssimazione con cui venivano allestiti i set, i dialoghi retorici e le trame a lieto fine con fondamentali presenze di energumeni, ragazze bellocce, combattimenti e qualche modesta scena di massa. La sceneggiatura qui è firmata da due esperti mestieranti quali Arpad DeRiso e Nino Scolaro, con la collaborazione per i dialoghi di Adriano Bolzoni; nel cast svetta il grande Gordon Mitchell, dallo sguardo torvo (il suo unico, del resto) e con la voce di Arnoldo Foà per l'occasione. Fra gli altri interpreti si possono senz'altro ricordare Massimo Serato, Ursula Davis, Tony Kendall, Vassili Karis, Erno Crisa e, in particine, caratteristi pressochè ubiqui come Pietro Tordi e Attilio Dottesio. Per Gentilomo il film è solamente un esercizio, uno dei tanti da lui portati a termine senza infamia nè lode nel corso di una carriera trentennale; carriera che andava a concludersi l'anno seguente con il successivo film, Maciste e la regina di Samar. 2,5/10.
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