Il commissario Moretti, al fine di arginare le sempre più violente e onnipresenti attività criminose a Torino, si improvvisa giustiziere e travalica il confine della legalità. L'ispettore Danieli, invece, agisce in base al "codice" e tenta di redimere il collega. Il risultato è la nascita di un conflitto interno alla polizia, nel quel diventa sempre più difficile stabilire i concetti di giustizia, legalità ed etica.
Note
Tra i più violenti polizieschi anni 70 di casa nostra, ricicla con esiti decorosi gli stilemi del genere, senza raggiungere i picchi di un Fernando Di Leo. Ausino è anche sceneggiatore e comparsa. George Hilton è credibile nella parte di Moretti.
Qualche "giulietta" a tutto gas, qualche altra finita sotto sopra, alcuni inseguimenti (nemmeno malaccio) ed un intreccio narrativo pressoché estrapolato dai polizi(ott)eschi precedenti. Nel complesso non è così brutto come si dice un pò ovunque, c'è molto di peggio. Gli estimatori del bis italiano sapranno, loro modo, gradire.
Il torinese Carlo Ausino ha esercitato il pieno controllo del film, a partire da regia e sceneggiatura, fino alla fotografia, guadagnandosi a pieno titolo quell’appellativo di “artigiano del cinema” che ben descrive le sue peculiarità. Artigianalità in un’accezione per nulla limitativa ma che, anzi, fa di questo film un piccolo gioiello.
Bande di malavitosi in guerra, rapinatori, giro di prostituzione e un commissario che si trasforma in giustiziere della notte. Troppi volti, troppa materia da gestire per il povero Ausino e il treno deraglia che manco quasi è partito.
E questo sarebbe un poliziesco violento? Ma li avete mai visti quelli con Tomas Milian o con Maurizio Merli (che sono i migliori). Non c'è mai azione ma solo noia. Lasciate perdere assolutamente
Quando Torino era "Violenta".
Rivedere a distanza di quarant’anni dall’uscita nelle sale “Torino violenta”, un film mitizzato e così fortemente legato a un’epoca e a una città, poteva essere rischioso. Il cinema in questi pochi decenni è cambiato davvero molto, Torino ancor di più, e personalmente sono poco incline… leggi tutto
Che si tratti di una Torino violenta o a mano armata, questo scadente poliziottesco diretto da un'anonimo mestierante (suo il curioso e allegorico fantascientifico e post-atomico LA CITTÀ DELL'ULTIMA PAURA) non esce dai mediocri canoni del genere, anzi, da non appassionato quale sono, rimpiango i titoli diretti da Lenzi, Girolami e Massi, li almeno si poteva contare sulla presenza di… leggi tutto
Domanda: La legge di Lidia Poët si apre con una scena di sesso abbastanza forte, un cunnilingus. Risposta: Me la ricordo, ci abbiamo messo nove ore a girarla… (Ma sono molto serena con la mia…
Che si tratti di una Torino violenta o a mano armata, questo scadente poliziottesco diretto da un'anonimo mestierante (suo il curioso e allegorico fantascientifico e post-atomico LA CITTÀ DELL'ULTIMA PAURA) non esce dai mediocri canoni del genere, anzi, da non appassionato quale sono, rimpiango i titoli diretti da Lenzi, Girolami e Massi, li almeno si poteva contare sulla presenza di…
Si è conclusa sabato scorso, 28 novembre 2020, l'edizione numero 38 del TORINO FILM FESTIVAL. Una rassegna che da ormai quasi un decennio favoriva… segue
"Quello che devo dire, riguarda tutti voi. Specialmente te. In tutta questa storia, quello che mi ha più colpito... è stata la tua freddezza, il tuo cinismo. Sono stato più volte sul punto di…
Quando Torino era "Violenta".
Rivedere a distanza di quarant’anni dall’uscita nelle sale “Torino violenta”, un film mitizzato e così fortemente legato a un’epoca e a una città, poteva essere rischioso. Il cinema in questi pochi decenni è cambiato davvero molto, Torino ancor di più, e personalmente sono poco incline…
film che attira per la città in cui si svolge in realtà delude moltissimo. la storia dei due poliziotti di cui uno un giustiziere notturno proprio non decolla...i protagonisti non cattura la nostra attenzione e neanche i fatti descritti. molti pezzi del film sono inseriti solo per raggiungere un minutaggio decente... molto sotto la media!
C'erano già stati un Milano violenta, un Roma violenta e un Napoli violenta (rispettivamente diretti da Caiano, Girolami e Lenzi), ora il semisconosciuto Carlo Ausino arriva con Torino violenta. Non se ne sentiva la mancanza ed è quasi superfluo aggiungerlo; soprattutto perchè si tratta di un lavoruccio senza capo nè coda, realizzato con perfino maggiore ristrettezza di mezzi rispetto a…
Poliziesco di Ausino nella media delle pellicole del genere dell'epoca. Non male le scene d'azione ma la trama somiglia troppo a IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE e parecchi altri film dell'epoca con trama analoga (con la nota narrativa positiva però che qui si scopre solo alla fine chi è il misterioso giustiziere). Con un seguito TONY: L'ALTRA FACCIA DELLA TORINO VIOLENTA sempre…
Il film di Ausino ,qui anche sceneggiatore e direttore della fotografia(che per un prodotto del genere è decisamente sopra la media) è un poliziottesco nei risultati ma che ambiva ad essere qualcosa di meno inflazionato per l'epoca.Il titolo era legato al genere che andava in auge in quel periodo ma non c'è alcun legame con gi altri film sempre incentrati sulla…
Una serie fuori dal comune di luoghi comuni. La confezione è inaspettatamente leccata, a dispetto di una realizzazione fatta con tre lire, come testimonia la presenza continua ed ineludibile di sponsor nazionali e locali, come non se ne vedeva da tempo immemore. Il sottotitolo del film potrebbe essere: "il poliziotto che avrebbe dovuto arrestare sé stesso".
Un film che non va oltre la stretta nsufficienza. Ottimo direttore della fotografia (e per l’occasione anche sceneggiatore), Ausino sfrutta abilmente le potenzialità di Torino come città del vizio, però perde troppi colpi sul piano del ritmo. L’intreccio è anche discretamente congegnato e si fa apprezzare per l’insolita condanna della giustizia sommaria, ma i dialoghi prevalgono sulle…
Un occasione persa,torino citta' di grande fascino viene fotografata abbastanza bene ed ha il suo fascino,mah il film ha una sceneggiatura pessima(sopratutto per un poliziesco)e piuttosto confusa,gli inseguimenti(pochi)sono girati nella media ma in un inseguimento non si puo' non notare che l'ultima scena è stata girata in un altro posto e poi appiccicata li'in malomodo,george hilton è…
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Commenti (4) vedi tutti
Qualche "giulietta" a tutto gas, qualche altra finita sotto sopra, alcuni inseguimenti (nemmeno malaccio) ed un intreccio narrativo pressoché estrapolato dai polizi(ott)eschi precedenti. Nel complesso non è così brutto come si dice un pò ovunque, c'è molto di peggio. Gli estimatori del bis italiano sapranno, loro modo, gradire.
commento di undyingIl torinese Carlo Ausino ha esercitato il pieno controllo del film, a partire da regia e sceneggiatura, fino alla fotografia, guadagnandosi a pieno titolo quell’appellativo di “artigiano del cinema” che ben descrive le sue peculiarità. Artigianalità in un’accezione per nulla limitativa ma che, anzi, fa di questo film un piccolo gioiello.
leggi la recensione completa di Fabrizio DividiBande di malavitosi in guerra, rapinatori, giro di prostituzione e un commissario che si trasforma in giustiziere della notte. Troppi volti, troppa materia da gestire per il povero Ausino e il treno deraglia che manco quasi è partito.
commento di moviemanE questo sarebbe un poliziesco violento? Ma li avete mai visti quelli con Tomas Milian o con Maurizio Merli (che sono i migliori). Non c'è mai azione ma solo noia. Lasciate perdere assolutamente
commento di XANDER