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Milano rovente

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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La recensione su Milano rovente

di mm40
4 stelle

Scontro fra due attori di fascino e carisma, questo contenuto in Milano rovente: Sabàto vs. Leroy, che è poi un duello - nella storia del film - fra mercato della prostituzione e spaccio di droga. Milano è di sfondo, serve solo come pretesto metropolitano per meglio contestualizzare (partendo dai modelli americani) uno dei primi polizieschi brutali e spietati - il primo in assouto di Lenzi, fra l'altro, che vi si cimenterà spesso - che invasero letteralmente i cinema italiani lungo gli anni '70. C'è la pupa, la bellezza che garantisce il lato erotico (non troppo esplicito, ma nemmeno trascurato) della vicenda, interpretata da Marisa Mell, e ci sono dialoghi truci e spavaldi, poliziotti impotenti e qualche timido inseguimento (il meglio da questo punto di vista arriverà in seguito, laureando Lenzi fra gli specialisti di questo tipo di scene); non manca nemmeno il finale tragico. Sceneggiatura firmata dal regista e dal giallista Franco Enna, non molto utilizzato dal cinema. Il cast non è male, il ritmo è discreto, i mezzi a disposizione modesti, ma ben sfruttati; le musiche, apprezzabili, sono di Carlo Rustichelli. Battuta conclusiva, nel suo piccolo, leggendaria; il boss vincente getta uno sguardo sui grattacieli di Milano e dice ai suoi picciotti: "Eccola là, guardatela: è veramente una piccola Chicago". 5/10.

Sulla trama

Fra Salvatore Cangemi (boss della prostituzione) e Roger 'il francese' (che gestisce il mercato della droga) comincia un'aspra lotta per il predominio territoriale milanese. Il francese tenta invano un'alleanza, ma lo scontro è inevitabile e la polizia resta a guardare...

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