Regia di Mary McMurray vedi scheda film
una signora anziana fresca di vedovanza rimane sola nella grande casa che comprò col marito quando tornarono dall'india. attaccato alla casa un enorme giardino indiano. il giardino è un'occasione buona per la signora per tenersi impegnata nonostante i fantasmi del marito impagnato a ridere con le ragazze indiane dei campi da te in india fanno sempre capolino. lei ogni tanto lo chiama, ma così come forse non rispondeva da vivo, a maggior ragione non sente e non risponde ora che è solo un'immagine della sua mente. la signora è un'immagine,vivente, di un mondo che non esiste più. quel colonialismo fatto di una misera rendita che le arriva ogni mese dall'india e dal suo modo fuori tempo di rivolgersi agli altri, soprattutto con gli immigrati indiani del nuovo insediamento urbano giusto sotto casa sua. un mondo che non esiste più fatto di ricordi, di vecchie foto e di sentimenti un pò rinsecchiti che hanno bisogno di linfa così come il suo giardino ha bisogno d'acqua. la linfa potrebbe giungerle da una signora indiana che vive male la vita in inghilterra e che non vorrebbe altro che tornare in india. questa signora indiana la metterà di fronte ai nuovi fatti, rendendola più fragile verso gli altri. ed è un bene guardarlo IL GIARDINO INDIANO, perchè non è la solita commediola agro-dolce, magari anche ben fatta, ma su due solitudini che s'incontrano e si piacciono. il finale cupo non la rende certo parente con certa commedia inglese simpatica ma un pò inutile. ottimo certo il confronto tra le due signore, ma si vede e si sa che il film è tutto per la mitica deborah kerr.
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