Regia di Henry King vedi scheda film
Jimmy Ringo ha fama di essere il pistolero più veloce del West, anche più dei celebrati Wyatt Earp, Billy the Kid e Wild Bill Hickok: una fama che lo perseguita dovunque vada, impedendogli di avere la vita normale alla quale ormai aspira. Gran bel western costruito, come il successivo Mezzogiorno di fuoco, sulla gestione incalzante del tempo (tutto si svolge nel giro di poche ore) e sulla concomitanza di più fronti: la donna con cui Ringo ha avuto un figlio, che fa la maestra e non vuole seguirlo; l’ex compare, che ha saltato il fosso ed è diventato sceriffo (un personaggio già degno di Peckinpah); lo sbruffoncello che sfida Ringo solo per diventare a sua volta celebre; i tre fratelli di un altro provocatore ucciso da Ringo, che lo inseguono; l’uomo convinto che Ringo gli abbia ucciso il figlio ed è deciso anche lui a vendicarsi; il comitato delle comari intenzionate a farlo cacciare dal paese. Uno spettacolo drammatico ma anche grottesco, con il barista che dirige il coro degli spettatori curiosi di vedere come andrà a finire. Un film moderno, anticipatore, antieroico e smitizzante, dove non c’è neanche un’ombra di romanticismo: perciò il titolo italiano è fuorviante rispetto al ben più sobrio The gunfighter.
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