Regia di Walter Salles vedi scheda film
Remake, come usa ora, di un horror giapponese di successo, affidato a un regista brasiliano con un titolo di buona affermazione internazionale, "Dark water" si inserisce nel filone delle case invase dallo spirito di chi è passato all'altro mondo e vuol comunicare ai nuovi inquilini il proprio rancore, o dolore, per non esserci più o essere andati via troppo presto. Nel non facile ruolo di una madre sola con la propria bambina, che affronta il mistero che fa sì che le pareti della nuova casa siano spesso fradicie d'acqua, Jennifer Connelly fornisce una prova sentita e ben calibrata: però, non la aiuta una regia perfino troppo prolissa nel costruire l'attesa di un momento rivelatore decisivo reso poi senza pathos, nè facendo salire l'inquietudine nello spettatore. Per cui, il film sembra più che altro una fiaba nera tragica e triste, oltretutto non velocissima nel suo svolgersi: cast zeppo di nomi importanti a fare da comprimari, ma non può bastare a fare della versione americana di "Dark water" un lavoro degno di particolare attenzione.
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