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Oedipus Orca

Regia di Eriprando Visconti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Oedipus Orca

di undying
7 stelle

Nel seguito de La orca, Visconti si concentra in un ambiente familiare borghese. Ipocrisie e menzogne sono alla base della formazione culturale di Alice. Girato in un contesto naturale, gravato da un sottostante e invadente clima nichilista, Oedipus orca racconta senza vie di mezzo un'altra tragica storia di amore e morte.

 

locandina

Oedipus Orca (1976): locandina

 

Alice (Rena Niehaus) viene ricondotta a casa, dopo essere stata liberata dalla polizia dal sequestro a scopo di estorsione che l'ha vista prigioniera per un mese in un isolato casolare dell'entroterra pavese. Nonostante l'affetto dei suoi cari, e la vicinanza del suo ragazzo, Umberto (Miguel Bosé), Alice continua a essere perseguitata dai ricordi. In particolare prova un senso di rimorso per Michele (Michele Placido), deceduto a causa sua. Sottoposta agli invadenti assalti dei giornalisti, Alice comincia a nutrire il sospetto che il padre Enrico (Gabriele Ferzetti) non abbia pagato il riscatto perché consapevole essere in realtà figlia di un amico di famiglia, il fotografo Lucio (Piero Faggioni), frequentato dalla madre Irene (Carmen Scarpitta) durante un viaggio a Pompei. Il dubbio aumenta quando, assieme alla madre, si trasferisce per alcuni giorni in un vecchio casolare di famiglia.

 

Rena Niehaus

Oedipus Orca (1976): Rena Niehaus

 

Visconti riprende la protagonista de La orca, dando un seguito (in realtà quasi un prequel) motivato dal buon successo del film. Assieme al co-sceneggiatore Roberto Gandus, cambia completamente contesto. Mentre il precedente era tutto girato in interni, qui sposta il racconto in un clima "naturale", tra alberi e distese di campi infiniti. Concentrandosi su un ambiente borghese, che cela anche la vera identità della protagonista, Visconti mette a nudo l'ipocrisia e la falsità che spesso matura all'interno delle famiglie altolocate. Di nuovo propone Alice nei panni di fiera feroce, con istinto predatorio che emerge, di tanto in tanto, dal suo innocuo aspetto. Aspetto di virginale ragazza, apparentemente docile e sottomessa. Le scene di sesso, sullo sfondo di quelle archeologiche di Pompei, sono presenti in circostanze quasi glaciali (la madre che spoglia la figlia, la piccola sorellina Cecilia nuda, il blowjob di Irene a Enrico e persino la masturbazione di Alice, tornata sul luogo del sequestro) e hanno funzione esclusivamente decadente e pessimista. Alternate con inquietanti siparietti (la Santa, una suora conservata mummificata da 200 anni o l'impressionante macellazione a catena di alcuni bovini), perdono completamente il senso che dovrebbero invece rappresentare. Visconti ancora una volta ha a disposizione un cast esemplare, nel quale risalta il regista teatrale Piero Faggioni (veramente in ruolo, già intravisto in Lettera aperta a un giornale della sera, in una delle sue rare interpretazioni d'attore): è lui, questa volta, la vittima dell'orca, destinata a cadere nella "rete" tesa da una diciottenne smaliziata e determinata, forse in parte anche attratta dalla sensuale maturità dell'uomo. Che poi quest'ultimo - aspetto che rese scabroso il film - possa probabilmente anche essere il reale padre di Alice, contribuisce a rendere ancora più estremo il contenuto di Oedipus orca. Sorprendente lavoro di Visconti, che ancora una volta (e forse in miglior modo del precedente) mette assieme temi da serie B con obiettivi d'Autore. Girato in maniera moderna, in anticipo su tanto cinema che sarebbe seguito (i flash back, il frenetico e serrato montaggio all'interno di un macello), Oedipus orca rimane un inestricabile film politico, che descrive con chiare intenzioni certa mentalità confinata tra i limiti di un pensiero egoista, chiuso a prospettive altruiste. Come dimostrano due o tre precisi momenti, significativi proprio in virtù del loro essere calati nell'insieme narrativo, parti di un corpus di genere composto da "erotico" e dramma, da disagio giovanile e polemica, messi assieme per raccontare l'egoismo che spesso prevale nelle classi sociali più abbienti. Ad esempio, quando Enrico si propone per giocare a bocce consapevole di perdere la partita, si offre di pagare una bottiglia di vino ai contendenti. "Con un bottiglia se la cava. È il suo massimo contributo alla causa socialista", fa notare Alice. E ancora, tanto per dire, nelle scene iniziali il regista torna a riprendere il muro con la scritta "sciopero generale", al fianco del simbolo del PCI. Questa volta però le lettere sono meno chiare, coperte in parte da manifesti o cancellate con vernice nera: come a sottolineare che, con il passare del tempo, la battaglia è stata persa. Che non c'è margine di cambiamento nella società. Che la mediocre filosofia politica borghese continua a divorare, assieme alle povere bestie destinate alla catena alimentare, anche gli esseri umani. Privati dei loro sentimenti più puri, tipo l'amore e il sesso, in virtù della classe sociale di appartenenza. La lastra di cristallo che precipita sul peccatore colpevole di (quasi certo) incesto, assume valenza punitiva, quasi divina, chiudendo Oedipus orca sullo stile di una tragedia greca, con un deux ex machina che sembra agire sotto l'effetto distruttivo dell'orca.

 

Rena Niehaus

Oedipus Orca (1976): Rena Niehaus

 

Citazione

 

"Vedi mamma, uno parla parla, insomma dice tutto - o quasi tutto - quello che gli passa per la testa. Beh, tutto no, perché qualcosa per se stessi bisogna sempre tenerla. Poi ti accorgi che non hai detto niente. Dico, niente di quello che volevi dire. È come se dovessi ricominciare tutto da capo, e magari dire cose tutte diverse." (Alice)

 

Rena Niehaus, Carmen Scarpitta

Oedipus Orca (1976): Rena Niehaus, Carmen Scarpitta

 

Curiosità 

 

Il titolo deriva dal romanzo di Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo, libro peraltro presente nei due film. Un regalo fatto dal fidanzato spagnolo ad Alice. La mutazione latina in "Oedipus" rimanda invece al noto Complesso di Edipo, ossia il desiderio innaturale del figlio di relazionarsi - anche carnalmente - con il genitore di sesso opposto.

 

- Nei titoli di testa viene ringraziato Roberto Rossellini, con successiva citazione al suo libro Viaggio in Italia

 

"Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c’è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c’è un popolo solo." (Georges Bernanos)

 

F.P. 29/03/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 92'06")

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