Regia di Eriprando Visconti vedi scheda film
Un approccio indeciso tra cinema d'autore e opera popolare esteticamente apparentata con il poliziottesco, con tanto di bottiglie di J&B e dell'acqua Pejo in bella vista. Mi sembra che Eriprando Visconti non sappia decidere il registro da adottare, per raccontare questa storia dove nel rapimento si accentuano le differenze di classe tra la vittima e i carcerieri, come dimostra, in maniera ancora più lampante la sequenza dell'omicidio. La ragazzina possiede già una cultura superiore, probabilmente ricevuta nel patrimonio genetico, più che appresa sui banchi di scuola (anche se legge il romanzo "di culto" Horcynus Orca di D'Arrigo, si saprà nel film successivo che lo trova noioso e illeggibile), mentre il pescatore calabrese Michele sconta un'atavica ignoranza e la fascinazione per un mondo diverso dal suo, con il quale si è trovato per accidente a collidere. Bravi gli interpreti, anche se lo scandalo dell'epoca è oggi assai diluito, anche per l'impalpabile erotismo suscitato da Rena Niehaus.
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