Regia di Eriprando Visconti vedi scheda film
Il nipotino prodigo del Luchino nazionale approfitta del proprio cognome per un approccio illecito al cinema d'autore. Buon sangue talvolta mente. L'impersonalità di Eriprando è troppa per poter sperare in un camuffamento da forzatura stilistica: la sindrome di Stoccolma, nell'aria verso la quarta scena, è il triste pretesto per un paio di quadretti erotici, più asettici di quanto ogni pessimismo possa lasciar supporre. Il "rapporto" consumato clandestinamente dentro quattro mura sperdute si alterna ad una serie di inutili vicende collaterali, rattoppi al nulla che si uniscono alla fallimentare irrilevanza di base. Un lungo tempo morto senza scopo nè motivo di esistenza.
uno spunto, poi solo tanta presuntuosità.
a dir poco pessimo
fa lavorare il corpicino
che spreco
nulla di rilevante
fredda e impersonale, compare poco
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