Regia di Sabina Guzzanti vedi scheda film
La battaglia della Guzzanti è assolutamente condivisibile, sacrosanta. Macchietta comica di discreto livello, da sempre all'ombra dello strepitoso fratello Corrado, arriva a proporre una sua trasmissione alla tv nazionale e se la vede censurata immediatamente dal governo di destra: come può una persona dotata del minimo necessario di ragione e logica darle torto o non prendere le sue difese? Il vero problema di un documentarietto del genere, realizzato in fretta e furia e con più rabbia cieca ed invettive che idee, è che la Guzzanti se la canta e se la suona da sola: io bravissima, io fenomeno, io osteggiata da tutti, io amata dal popolo e così via. Tutti i buoni la difendono, tutti gli ignobili cattivoni cercano di oscurarla in ogni modo: ma la verità è che la Guzzanti non è poi questo granchè, se paragonata ad altre vittime ben più illustri della censura berlusconiana (vedi Santoro, Biagi, Luttazzi), peraltro già mandate al confino mediatico da anni. Il ritardo è colpevole e gli interventi dei vari luminari (oltre ai tre nomi citati sopra e ad altri, Fo e Paolo Rossi) sanno davvero di pretestuoso, suonano come una specie di salotto per le autorevoli referenze dell'artista-vittima alla gogna. Il punto finale della questione è che, purtroppo per noi, tutto ciò che il documentarietto snocciola sul piano dell'informazione è tremendamente vero - merito principale del lavoro. Ma il regime è quando il dittatore nega potere e libertà al popolo, non quando toglie fama ed espressione alla Guzzanti.
Alla Guzzanti la censura destroide imperante in Italia chiude un programma: anche lei si accorge della triste situazione in cui volgono la tv, l'informazione e lo spettacolo nel nostro paese, a distanza di vari anni dagli incidenti accaduti a Luttazzi, Biagi e Santoro. Che, prontamente, la comica corre ad intervistare per chiedere un appoggio alla sua causa. A difesa della libertà di espressione intervengono poi Dario Fo, Paolo Rossi ed anche comici e conduttori tv stranieri, che spiegano come la situazione all'estero sia assolutamente migliore che da noi.
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