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Süss l'ebreo

Regia di Veit Harlan vedi scheda film

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La recensione su Süss l'ebreo

di Axeroth
8 stelle

Il giudaismo, malattia sociale | Veit Harlan prima realizza “Das Unsterbliche Herz” (Il cuore immortale) nel ’39, film di devozione al Fuhrer e poi darà origine a “Jud Süß” (Süss, l’ebreo) del ’40: il film antisemita per antonomasia. Il più famoso e crudo che sia mai stato realizzato durante l'occupazione nazista all'UFA. Heinrich Himmler ordinò a tutti i militari delle SS di visionarlo, e fu il più grande successo cinematografico della propaganda di Goebbels, tale da ottenere 20 milioni di proiezioni. Veit Harlan rappresenta goticamente in modo sublime e terribile allo stesso tempo, quello che era l'ideale nazista, ed in parte la realtà dei fatti. L'aristocrazia tedesca durante il Secondo Reich era stata sopraffatta dalla cultura ebraica che aveva reso il popolo tedesco subordinato al potere del denaro e all'assuefazione della psicanalisi e talvolta dal comunismo marxista. La cultura ebraica per millenni ha sempre venerato, generato e gestito il denaro senza mai esserne realmente in possesso. Ha creato i debiti e ha usurato non solo le tasche ma anche l'anima dell'intera popolazione mondiale, venerando il diavolo (da diaballo: divisione), giocando sulla separazione tra bisogno reale e necessità sociale.  La cultura ebraica era in possesso della gestione sociale e non del popolo, quello era in mano agli uomini di potere. Il popolo era vittima di ciò che la cultura ebraica aveva creato con la sua filosofia del nulla più assoluto, argomentato ampiamente nella Torah. Tutt'oggi a capo delle più importanti istituzioni mondiali risiedono uomini di fede ebraica, nelle banche, al governo, tra i massoni ed i servizi segreti. La trama dell'opera forse involontariamente riprende il Faust, capolavoro letterario di Goethe, e lo rivisita in chaive propagandistica della politica nazionalsocialista tedesca del Terzo Reich. Faust è Suss Oppenheimer, Mefisto è in questo caso la cultura ebraica, Gretchen è Dorothea e l'Arcangelo è rappresentato dalla volontà "pura e illuminata" del popolo di Wurttemberg che ha fede nella pulizia della società dalla malattia del potere, creata dall'avidità di Suss.  La persona del Duca Karl Alexander è corrotta dall'influenza dell'ebreo, che fatto il patto col diavolo ha fatto dilagare la sua negatività nella coscienza di chiunque parli con lui ed in ogni cosa che tocca. Pian piano Suss ottiene e vuole ottenere sempre di più, fintanto che si farà impiccare con le sue stesse mani, a causa di un errore di percorso nella sua avida ed eterna ricerca edonistica del potere e della ricchezza. Nel Talmud c'è scritto "occhio per occhio, dente per dente", ma Suss non verrà giustiziato per il suo stesso detto, l'ideale nazista non è quello di dare all'ebreo ciò che vuole, cioè una morte in nome di una loro stessa Parola, ma vogliono giustiziarlo in nome della giustizia e pertanto per Parola giusta e non per vendetta personale. La cultura ebraica giustizia per vendetta e per pari "peso sulla bilancia": "tanto ho commesso, tanto devo subire". Nella costituzione di Wurttemberg nel film c'è scritto: "se un ebreo mischia la sua carne con una cristiana deve essere impiccato", e allora Suss si autogiustizia con le proprie mani, senza adempiere alla legge di Stato. La frase di carattere legislativo ricorda la frase che Hitler scrisse nel Mein Kampf: "Uno Stato nazionale deve in primo luogo elevare la consacrazione di un istituto che generi creature fatte ad immagine del Signore e non aborti fra uomo e scimmia". Con questa scena, la propaganda di Goebbels vuole dimostrare che tale azione è giusta, perchè condanna un criminale per un reato che non rispetta la legge. Dal punto di vista propagandistico è probabilmente il film più riuscito che sia mai stato fatto, perchè riesce in modo completo a rappresentare la politica nazista come nessun altro film del periodo dell'UFA goebbelsiana era riuscito a realizzare.

Crudo e crudele, ma reale e veritiero, coerente ed estremo. L'NSDAP usa reali questioni culturali ebraiche, e le manipola, per estrarne un messaggio finalizzato a condizionare la coscienza del popolo tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, scoppiata l'anno precedente all'uscita del film, ottenendo come risultato l'ennesima convinzione sociale che Hitler, è l'unico punto di riferimento per la salvezza del loro paese, macchiato dalla presenza dell'ebreo in ogni settore: dalla psicanalisi indicativa, interpretativa, e materialista di Freud, alla politica e filosofia della gestione del materialismo antimonarchico e anticapitalista di Karl Marx, e la politica populista e reazionaria di Stalin. Tutti simboli culturali di origini ebraiche. La cultura yiddish in antichità è stata l'unica ad aver avuto fede nel simbolo della Luna. Sia in Egitto che in Asia e Tibet, in America Latina, in Medio Oriente e in Europa del Nord tutti veneravano il simbolo del Sole, ovvero la swastika.  A quel tempo venivano organizzate cerimonie al solo scopo di consacrare gli stemmi che dovevano rappresentare la rivoluzione del partito (come quella del film, in nome del rinnovo culturale contro la plutocrazia capitalista e imperialista di Oppenheimer), una rivoluzione finalizzata a portare la Germania ad uno splendore che secondo Hitler sarebbe stata dimenticata e persa da tempo a causa della bastardaggine dell'etnia caucasica, di origine ariana, derivante dai tibetani e quindi dagli Iperborei della civiltà di Agarthi (motivo per il quale la società segreta dietro le quinte del Nazismo si chiamava Thule, prende il nome dall'antica Atlantide chiamata così nel Dialogo di Crizia). Il desiderio del Fuhrer era quello di rendere il paese tedesco il più grande impero mai esistito, e lo voleva costruito su delle fondamenta solide e destinate a perdurare a lungo (il finale del film ne sottolinea il concetto in modo categorico). Queste fondamenta dovevano avere un carattere psicologico e spirituale. L' ambizione di Hitler era quella di costruire un impero su una sola figura, che rappresentasse l’unione della massa in un ideale, puro ed inestinguibile (figurativamente nel film appare come la voce e volontà del popolo stesso, "der sieg des glaubens und triumph des willens"), maturo ed inequivocabilmente forte, tale da poter come una fiamma estirpare dal mondo tutta quella che lui riteneva feccia. Secondo Hitler il mondo aveva bisogno di una razza pura, dei superuomini, che possa governare l’intero pianeta sotto l’emblema della Swastika, come era in atichità, lui voleva il presente.  Dal punto di vista cinematografico è a tutti gli effetti un capolavoro: montaggio, fotografia, colonne sonore, costumi, attori e sceneggiatura sopraffini. Dal punto di vista semantico è terribile, ma efficace. Documento storico che rappresenta in modo lucido l'ipnosi collettiva che Hitler con la sua enfasi aveva creato nella coscienza di milioni di tedeschi per quasi 20 anni di storia della Germania. Alcuni astrologi e medium di Braunau avevano previsto l'avvento di tale potere rivoluzionario nella persona di un uomo nato sull'Inn, che attraverso l'espugnazione ebraica, da Vienna a Berlino, avrebbe riportato allo splendore la cultura teutonica. Ciò avvenne 20 anni prima che Hitler nascesse. Dall'altra parte, nel '39, il fidato astrologo pranoterapeuta di Himmler predisse che dopo un imponente espansione militare e imperialista, nei primi anni della quarta decade novecentesca, il Nazionasocialismo avrebbe subito un tracollo fino a rinascere negli Anni '50 come una nazione divisa. Anche ciò avenne.

Su Ferdinand Marian

Grande attore dell'epoca, insieme a Emile Jannings i migliori tedeschi dagli Anni '20 ai '40.

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