Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Il giardino della ricca famiglia ferrarese dei Finzi Contini è frequentato da un gruppo di ragazzi, amici dei rampolli Alberto, chiuso e malinconico e Micol, vibratile e capricciosa.
Le persecuzioni antiebraiche spazzeranno via il loro mondo.
Tolta la bella calligrafia e qualche buona prova (di Valli soprattutto), resta poco di questo film senza carattere, senza dramma, con un finale appiccicato.
Lo svolgimento della trama si capisce poco e il collegamento coi fatti storici del periodo è a dir poco impreciso.
Per dire, c'è un ex detenuto di Dachau con il numero tatuato sul braccio, sebbene sia universalmente noto che tale pratica era in uso solo ad Auschwitz.
Deludentissimo.
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