Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Unica pellicola di casa nostra,insieme al di poco successivo "Amarcord",a vincere l'Oscar per il miglior film in lingua straniera negli anni Settanta,tra gli ultimi lavori di DeSica,"Il giardino dei Finzi Contini" è tratto dal romanzo celeberrimo di Giorgio Bassani:l'autore di "Ladri di biciclette" non è effettivamente ai suoi livelli migliori,la lettura che propone,sia del romanzo,che dell'epoca trista rappresentata(l'avvento del fascismo visto all'interno di una comunità ebrea benestante di Ferrara),benchè impaginata con mano esperta,sa troppo di accademico,e difficilmente coinvolge.Si avverte,in alcuni momenti,la difficoltà di un grande regista in età avanzata,di relazionarsi al modo di fare cinema in un'epoca diversa,come accadde in qualche sequenza anche al Visconti di "Gruppo di famiglia in un interno".Per cui,si apprezza la compostezza del racconto,si resta disgustati una volta di più per la "normalità" con cui i demenziali dettami di Mussolini divennero legge,ma "Il giardino dei Finzi Contini" non è un'opera che rimane dentro.
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