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Geppo il folle

Regia di Adriano Celentano vedi scheda film

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La recensione su Geppo il folle

di Dik
3 stelle

Partiamo da un punto fermo: Adriano Celentano fa parte della storia della musica leggera italiana ed anche i sui più accaniti detrattori difficilmente possono permettersi di affermare il contrario.

Discorso diverso è quando si parla del Celentano attore e molto diverso quando, oltre ad attore, è anche regista, soggettista, sceneggiatore, addetto al montaggio... e chissà cos'altro. In questo caso l'artista milanese non ha mezze misure: o si ama o si odia.

Si spiegano così i giudizi contrastanti su questa pellicola, che spaziano dal capolavoro assoluto a carta igienica, ben riposta, a fianco del wc. Bisognerebbe essere obiettivi ed imparziali, ma dopo aver visto il film, si ha la netta sensazione che "il folle", più che Geppo (Adriano Celentano), sia quello spettatore che, stoicamente, arriva a sorbirsi quasi due ore del "Celentano-pensiero", tra pistolotti vari, frasi nonsense ed egocentrismo oltre ogni limite. Per fortuna il tutto è innaffiato da tanta buona musica.
C'è da ammettere comunque, che i primi venticinque minuti di pellicola, pur se deliranti, fanno un certo effetto: in discoteca, un disc jockey invasato (Marco Columbro) aizza, coi suoi proclami, un numero imprecisato di giovani ragazze le quali, in preda ad un'isteria collettiva, attentano letteralmente all'incolumità fisica di Geppo, cantante idolatrato visto come un dio in terra, il tutto sulle note della canzone che porta il suo nome.
Poi, basta.

Le lezioni di inglese, la storia con Gilda [Claudia Mori (Claudia Moroni)], i discorsi senza senso... è tutto dimenticabile. E dire che il Molleggiato è pienamente consapevole di esagerare e raccontarle grosse; predica di amore e pace sulle montagne di Asiago, in mezzo alla neve davanti ad un gruppo di giovani (ed al mondo intero!) tenendo a doppio filo lo spettatore, il quale non ha dubbi che sia tutto uno scherzo.
Qualche anno dopo però, i sermoni si faranno seri ed i suoi adepti saranno sempre meno convinti di seguire la persona giusta.
Un irriconoscibile Giorgio Faletti è uno studente di inglese, così come studentessa è una giovanissima Loredana "Lory" Del Santo.


"Geppo il folle" è nato principalmente come grancassa pubblicitaria per l'omonimo album di Celentano; lavoro validissimo che stride con la pochezza della pellicola.
Si parte con "Hello America" nei titoli di testa, per poi passare direttamente a "Geppo", scritta da Cristiano Minellono e musicata da Anthony Rutheford Mimms e lo stesso Celentano e proposta in continuazione come canzone trainante della pellicola. Si prosegue con "Sei proprio tu" e "Che cosa ti farei", quest'ultima cantata alla stadio di Novara con pubblico pagante per apparire nel film! Si chiude, nei titoli di coda, con "(Please) Stay a little longer".

 

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