Regia di Miguel Albaladejo vedi scheda film
Il film scorre veloce con dialoghi serrati e personaggi molto umani, ben delineati. Il tono è tutto sommato leggero, nonostante la scabrosità della situazione: un padre (non mostrato) donnaiolo fino all'estremo, una situazione di coppia di cui non sappiamo i torti e le ragioni, una suocera malata che simpatizza più con il genero che con la figlia lontana, quasi sempre presente come una voce al telefono.
Miguel è un giovane psichiatra che lavora in un ospedale di Madrid. È stato appena lasciato improvvisamente da Sara, sua moglie, che ha deciso di andarsene con una persona molto vicina alla coppia, cioè il padre di Miguel. Proprio in quei giorni la suocera di Miguel va a stare da lui per qualche giorno per un esame medico e non sa niente della fuga della figlia. Come se non bastasse, un paziente tossicodipendente di Miguel gli ruba il portafogli. Recatosi a casa del paziente per recuperare il portafogli, vi fa la conoscenza dell'estetista Jasmina, sorella del paziente. Il film mostra il contrasto fra la famiglia medio-alta borghese di Miguel e la famiglia di Jasmina, di più bassa estrazione sociale. Ognuna ha i suoi problemi, ma quella di Jasmina sembra più serena.
I pazienti di Miguel forse in qualche caso sono troppo macchiettistici ma, dato che compaiono per pochi secondi ciascuno, non si poteva fare altrimenti, per dare un'idea della giornata di Miguel.
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