Regia di Dario Argento vedi scheda film
Non si può disprezzare il tentativo di sdrammatizzare un fenomeno cruento e insensato, il contrapporsi fra uomini che uccidono altri uomini in nome di ideali fondamentalmente bassi: ma questo non è La vita è bella, e Celentano, pur imbeccato spesso per qualche gag delle sue, non è Benigni. Ricostruzione all'acqua di rose e finale moralistico decisamente fuori luogo.
Celentano e un suo amico durante i moti rivoluzionari milanesi del 48. I due non hanno altro ideale da difendere se non quello materiale della propria pelle; la visione del film è che, a parte qualche manipolo di guerrafondai esaltati, tutta la rivoluzione sia così.
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